BARBARI E BIZANTINI 157 Da alcuni storici (il Manfroni, ad esempio) (I), i quali conoscono lo stile ampolloso di Cassiodoro, non si dà che una limitata interpretazione alla « Lettera ai Tribuni marittimi della Venezia », da lui redatta per ordine di Teodorico, ed in particolare alla frase loro rivolta : « qui saepe spatia transmittitis infinita ». Anche Gregorio di Tours, vissuto verso la line del secolo di Teodorico, lasciò scritto nella sua Historia Francorum che le popolazioni venete eran conosciute per l’audacia di lunghi viaggi. Non sarà possibile ammettere che nel sec. vi i Veneziani corressero tutto il Mediterraneo e trafficassero con l’Oriente; ma non può negarsi che la loro attività marinara fosse già abbastanza spiegata e che essi uscissero dall’Adriatico per commerciare nei porti italici e bizantini. Se vi sono del resto tante e valevoli attestazioni per dimostrare che nel sec. vili il traffico dei Veneziani era floridissimo nei porti della Berberia, dell’Egitto e di tutto il Levante, è lecito ammettere che questo movimento commerciale si iniziasse fin dai tempi di Teodorico e trovasse le condizioni più acconce al suo svolgimento durante il permanere del regime bizantino nelle parti marittime d’Italia. Comunque, resta il fatto che gli abitatori della Venezia marittima furono soggetti ai Goti, dai quali passarono, con Giustiniano, sotto l’impero d’Oriente per iniziare da esso un primo lieve di- 0 op. cit., p. 7 e segg.