AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 463 la politica di Pietrogrado e particolarmente al significato della proposta di rilascio dei prigionieri italiani irredenti. Si tratta invece della richiesta d’un diritto che noi possiamo e dobbiamo accordare, ma compatibilmente con i nostri interessi e soprattutto subordinatamente alle supreme ragioni della nostra sicurezza politica. Certo egli è che la Serbia sarà, dopo l’eventuale vittoria definitiva, esigente anche per quanto riguarda la sua posizione nell’Adriatico. Infatti il ministro Pasic annunciava ufficialmente nel dicembre 1914 le aspirazioni di quello stato, consistenti nella formazione d’una monarchia serbo-sloveno-croata con basi Belgrado, Lubiana ed Antivari. Se ne deduce che quasi tutta la Dalmazia, o almeno una parte di essa, vi sarebbe compresa. Orbene, data anche l’ipotesi peggiore per l’Italia, che tutta cioè la riva austriaca dell’Adriatico passi alla grande Serbia, lo stabilirsi sull’altra sponda d’uno stato di io milioni d’abitanti, che dovrebbe fare ancora il suo ingresso nella storia marinara, sarebbe per noi minor male che la conservazione d’una grande potenza di 50 milioni com’è l’Austria, provvista per di più d’una rispettabile flotta da guerra (*). Io credo che in fondo il pensiero degli Italiani coscienti ed illuminati sia quello che è stato ma- (1) Così sostiene anche il Salvemini in un opuscolo di propaganda (Guerra 0 neutralità, Milano, 1915),