DISCORSI DE IL SABBATTINO ECC.
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Capo I. — Como la laguna anticamente era longa e larga, e delli fiumi li quali
cadeano in quella, e come si causorno gli lidi e porti, e delle citadi di quella.
   Quando et a qual modo fosse il cominciamento di questa laguna, non ritrovo alcuno che 1' habbia deto : ben si sa che essa laguna, recettaculo de fiumi et acque de il mare, giongea con uno degli suoi capi apresso il fiume Savio, di sotto della città di Ravena, e con l’altro di sopra il fiume Lisonzo, poco lontano da Duino : et era longa, scorendo gli litti, miglia docento in circa, serata cum essi fitti di sabia verso il mare ; larga dreto di Ravena miglia tre, al Ferrarese 20 e 25, apresso il Veronese miglia 30, a confini de il Paduano 18, de il Trivisano 15, tra gli fiumi di Piave e di Livenza 24, dretto Caorle 25, tra il fiume Tagliamento e Lisonzo miglia 15, e fino alla riva di sasso, apresso Duino, cerca quatro, et in esso loco finiva. Ben è il vero, che per tutto non era acqua, ma la laguna se intendea esser fin là dove ascen-deano le acque salse per canali e per altri lochi vacui. Dentro di questa laguna erano di grandissime seche e scogli, over insule di terreno, ma non erano habítate da alcuno, perochè in quei tempi questa provintia di Venetia non era habitata, come ella è al presente, e meno gli lochi a quella vicini. Cadeano in la laguna li fiumi Po, Tartaro, Adice, Bachion, Brenta per più lochi, il Musone, il Dese, Zero, Siile, Grassaga, Bedoia, Livenza, Loncon, Lemene, Tagliamento, Anfora, Lisonzo, Sdoba e Timavo. E per non esser la provintia di Yenetia habitata, non erano coltivati li terreni di quella : per il che gli fiumi descendeano alla Laguna limpidi e chiari, di modo che non atterravano nè amonivano quella, ma più presto, accompagnandossi con l’acqua salsa, alle descrescenti de quella davano molto agiuto. Il fiume di Po (il quale era, come al presente è, il maggior fiume della Italia, per la moltitudine degli fiumi e lagi, quai cadono in quello), quando innondava, mandava le acque sue dal Savio fiume alla città di Aitino, alhora grandissima e ben populata, situata in la laguna tra gli fiumi Siile e Zero. E perchè a quei tempi (come è detto) non si habita vano questi lochi, gli fiumi lincensiosamente andavano dove poteano. In quei tempi medemi cadea nel sino over mare Adriatico un fiume nella Istria, deto Istro, il quale, per openione di alcuni aut-tori, usciva della Sava, parte de il Danubio. Accadea alle fiate che in uno medemo tempo crescea il Po e detto Istro, di modo che le acque de essi fiumi scontravassi insieme e faceano questa parte de il sino Adriatico, per quanto scorea la laguna, tutta dolce. E se questi Veneti lidi hano avuto prencipio, non puoi esser statto quello, si non a questo modo. Il fiume Po (nel quale cadeano, quando inondava, gli fiumi Adice, Brenta, Bachion, Musone, Dese e Zero) descendeva al mare : e cosi faceano tutti gli altri fiumi fino al Lisonzo: e, nel tempo delle fortune, contrastavano gli fiumi cum il