266 i/ ADRIATICO loro con lo scopo di combattere un terribile comune nemico, la pirateria, dannosissima ai commerci. Valga, ad esempio, il patto fra Bari e Ragusa del 1201, quello di Venezia con Ossero ed altre isole del 1208 ('), quello fra Venezia e Zara del 1247 ed infine uno tra Spalato e Ragusa del 1265. Ciò non toglie che le città stesse dell’Adriatico esercitassero la pirateria e che quindi, per ragioni di rivalità o perchè sobillate da chi avea interesse di farlo, si danneggiassero reciprocamente, come del resto apparisce in tutte le guerre navali del Medio Evo. Fanno fede a questo riguardo varie attestazioni, nelle quali si lamentano atti corsari da parte delle stesse città dalmato-istriane. Abbiamo, ad esempio, l’intimazione di Venezia contro quei di Ossero (1276) (i quali armata manu e more piratico avevano assalito navi della Repubblica, portando via il grano ed altre merci), perchè risarciscano i danni commessi; e cosi pure v’è un accenno ai corsari d’Almissa, come si rileva da un atto del 1301 e da altri. Non riesce poi difficile ammettere come allora le lotte fra le città adriatiche assumessero più (1 ) Beco l’impegno degli isolani (Monumenta, ecc.): «Nec debemus compagniam vel societatem aliquam cum ullo habere eursalium, vel aliorum, qui sunt manifesti predones aut rau-batores, qui homines Venetie offendat..., nec eos debemus recipere, nec fiducium vel severitatem aliquam eis prestare, nec auxilium neque consilium eis impendere, nec in aliquo necessaria ministrare, nec aliquid horum per ullum ingenium fieri facere ».