GRECI E ROMANI 71 tico, combattendo a fianco di Demetrio Polior-cete e assicurandosi nel 295 a. C. la signoria del-l’Epiro. B se poi, attaccando lo stesso Demetrio, non era riuscito a strappargli definitivamente la Macedonia, tuttavia tagliava a questa regione la via dell’ionio, dov’egli, signore anche di Corcira (Corfù), dominava il passaggio al contiguo Adriatico. Da sua ambizione, la brama di emulare la gloria di Alessandro il Grande gli fecero balenare dinanzi agli occhi la speranza di fondere insieme gli elementi italioti della Magna Grecia in un grande stato, ch’egli avrebbe unito a quello sull’altra sponda. In tal modo l’ellenismo si sarebbe rafforzato politicamente ed economicamente sui due mari che formano il canale d’Otranto, e forse l’impresa d’Alessandro sarebbe stata per virtù del re epirota proseguita verso Occidente. Ma a Pirro mancò il genio necessario, ed i suoi attacchi si fiaccarono poi contro la resistenza latina. La venuta di Pirro in Italia (280 a. C.) rappresenta adunque l’ultima resistenza della civiltà ellenica al di qua dell’Adriatico e dellTonio, e lo scontro di Benevento non soltanto apre ai Quiriti la via per giungere all’estreme spiaggie della Penisola, ma segna il tramonto dell’astro ateniese dinanzi alla virtù e all’unità latina. Le ricche, illustri, ma corrotte città della Magna Grecia vanno sempre più infiacchendo, perdono ogni spirito d’autonomia e finiscono col piegare il collo al dominio