334 L’ADRIATICO gamo, Brescia, Salò e Crema, presentando poi deboli rimostranze sia a Parigi sia al Bonaparte, nè curando di valersi delle profferte di fedeltà e di soccorso che gli venivano da ogni parte; sul principio d’aprile non discute, per opposizione degli Inquisitori, le proposte austriache d’alleanza ; il 15 risponde con umili scuse alle intimazioni del Bonaparte lettegli dal Junot, e successivamente si mostra incapace di prevenire o almeno di frenare le Pasque Veronesi (17 aprile). Il 23 aprile i magistrati veneti abbandonano Verona alla mercè dei Francesi; il i° maggio il Maggior Consiglio accetta di riformare la costituzione ed il 4 e il 5 si assoggetta ad incarcerare i presunti responsabili delle Pasque Veronesi e dell’incidente del Liberatore d’Italia ('), consegna al Bonaparte parecchi antigiacobini e mette in libertà i detenuti politici. Successivamente i comandanti della Laguna, non ostante un’armata di 184 navi appoggiata da 13.000 soldati, dichiarano di non aver mezzi per impedire l’entrata dei Francesi a Venezia; il 12 infine il Maggior Consiglio, subendo le imposizioni del Bonaparte di democratizzare cioè la Repub- (*) Il Liberatore d’Italia, vascello da guerra francese, avea tentato il 20 aprile d’entrare nel porto di Venezia, ma i cannoni dei forti glielo avevano impedito; indi alcune milizie venete s’erano impadronite della nave, aveano ucciso il comandante e costretto l’equipaggio alla resa. Di tale incidente il Bonaparte rendeva responsabile il governo e chiedeva la punizione dei colpevoli.