502 L’ADRIATICO rivalità militare, che spinse i due governi ad accrescere gli armamenti navali e le difese costiere. Questo antagonismo ci induce nella persuasione che nell’Adriatico due potenze marinare non possano svolgere liberamente la loro attività senza urtarsi reciprocamente: pensiero codesto espresso dal Loiseau, come a suo tempo ebbi a notare, e da moltissimi altri. Quale fu il programma deH’Austria dopo il 1866 iu rapporto all’equilibrio dell’Adriatico? Eccolo: divenire un forte stato marinaro; sostituire all’italianità della riva orientale l’elemento slavo; espandersi nei Balcani. Poteva questo triplice programma procedere di comune accordo con la nostra patria o doveva urtarne la suscettibilità e ferirne gli interessi? Anzitutto il condominio italo-austriaco sull’Adriatico doveva spingere ciascuno dei due stati ad una gara per assicurarsi i maggiori vantaggi su quel bacino. Quando però si pensi che se la sponda di qua è più dell’altra acconcia ai transiti, come la storia passata ci insegna, la riva orientale gode invece sotto il rispetto strategico un’immensa superiorità sulla nostra, ne consegue che la gara fra i due stati contiene in sè i germi d’una vera e propria rivalità e dalla rivalità aH’inimicizia è breve il passo. Secondariamente, la sostituzione dell’elemento slavo all’italianità della costa orientale riuscì a tutt’altro fine che a rinsaldare le relazioni italo-