5°6 i/adriatico Perciò un anno e mezzo dopo la rinnovazione della Triplice, allo scoppio cioè dell’attuale guerra europea, il nostro governo proclamava la neutralità italiana. Questa neutralità, come lo stesso governo ebbe ad avvertire, non è nè può essere fine a sè stessa. Poiché, come non potremo tollerare soverchi ingrandimenti di altre potenze a nostro danno, così cercheremo di risolvere, durante il conflitto o nel nuovo assetto dell’Europa, i' problemi nazionali. Il maggiore di essi è quello che riguarda la nostra situazione economica, politica e militare sull’Adriatico. Da questa rapida rassegna di fatti, contenenti la storia di quel bacino dai primissimi tempi fino ad oggi, possiamo e dobbiamo ricavare una conclusione storica. Essa è di triplice ordine: etnico, politico, nazionale; e le ragioni addotte dalla storia passata depongono a favore dell’italianità dell’Adriatico. Sono ragioni etniche, e ci rammentano che furono le popolazioni della riva di qua ad illuminare di viva luce la barbarie accampata sull’altra sponda, ad esercitare su questa il fascino della cultura, l’imperio dei traffici. Etruschi, Romani, Veneti, Normanni, Svevi, Angioini, Spagnuoli, Francesi, tutti o mossero dall’Italia o passarono dalla nostra penisola. Due volte la patria redense il lido oltremarino; e fu con Roma nell’antichità, con Venezia nel Medio Evo. Sono ragioni d’indole politica, e noi sappiamo