GRECI E ROMANI 125 Ravenna; pare anzi che fosse comandata da un Praefectus classis come la ravennate. Gli storici ricordano anche l’esistenza d’un « naviglio libur-nico » ; doveva essere una specie di fiotta volontaria di navi leggiere riconosciuta dallo stato, addetta al servizio di polizia marittima e costituita col personale reclutato nelle città dellTllirico, dalle quali provenivano pure le contribuzioni per il mantenimento di essa. Gli esordi marinareschi dei Barbari appartengono alla storia della pirateria e risalgono al ni secolo dell’E. V.. Goti ed Eruli, affacciatisi alla riva superiore del Ponto Eusino ed occupato uno stato suddito di Roma, il regno del Bosforo, invasero con i loro legni quel mare e ne uscirono poi per depredare l’Asia Minore, la Grecia e le isole dell’Egeo. Trattavasi non altro che di ladroneccio organizzato, non d’una potenza navale ben costituita e saldamente sorretta da uno stato politico. Nel secolo seguente con la decadenza della marina di Roma cresce e si moltiplica l’audacia corsara dei Barbari, nella quale ritrovansi i germi d’una prossima potenza marittima, e arriva perfino nell’ionio. E guai se Claudio II non avesse disfatto per mare, nell’Egeo, i Goti oltreché per terra a Naisso (Nisch) ! Ma ciò che non apparve possibile in quel tempo per parte dei Goti s’effettuò più tardi con i Vandali ed il loro re Genserico. Gli inizi d’uno stato vandalico per terra e per mare sono del 429 e trag-