232 i/ADRIATICO timo, della cruenta gara fra le due potenti rivali del mare ('). Iva lotta infuriò dal 1350 al 1354 ed anche in questa occasione la flotta genovese con Paganino Doria penetrava neH’Adriatico (1354) assalendo ed incendiando Parenzo, determinando altre città a rivoltarsi contro Venezia (2) e disperdendo la squadra veneta all’ estremità sud-ovest della Morea (3). 1/alleanza che la repubblica di S. Marco avea stretto con l’impero bizantino e con gli Aragonesi non avea impedito a Genova, cui i soccorsi dei Visconti aveano giovato assai, di portare il teatro dell’azione nell’Adriatico. Invero questo bacino costituiva una forza e nel tempo stesso una debolezza per la repubblica veneta, in quanto che ba- (*) Durante questo periodo, Zara nuovamente si ribellò a Venezia per istigazione di Luigi d’Angiò, re d’Ungheria; ma la Repubblica, grazie alla superiorità che derivavaie dalla flotta, la rioccupò prontamente sul cadere del 1346. L’anno seguente il re scese in Italia, risoluto a vendicare il fratello Andrea, re di Napoli, ucciso, si diceva, con la complicità della regina Giovanna. Passò, accolto con onori, per varie città, ma non appare che alcuna flotta ne scortasse la marcia veleggiando l'Adriatico. Appena scoppiata la peste (1348), il re s’imbarcò a Barletta; ma ritornò nel 1350, approdando con 10.000 cavalieri a Manfredonia. Non risulta che Venezia compiesse atti ostili contro di lui. (2) Ancora nel 1352 il re d’Ungheria s’era alleato a Genova; ma l’imperatore Carlo IV l’avea poi indotto alla neutralità. (3) Furono questi insuccessi causa, in parte, di quel malcontento popolare ch’ebbe il suo epilogo nella congiura di Marin Faliero.