AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 459 smark: •— Chi tocca Trieste, tocca la punta della spada germanica —; noi avremo motivo più che plausibile per considerare non solo ingigantito ma urgente il pericolo tedesco suH’Adriatico. E data la politica ch’ora si fa a Berlino e le tendenze pangermaniste del popolo, è inutile che noi insistiamo sulle ragioni nazionali dellTtalia su quella città, o almeno sulla persuasione che Trieste, congiunta alla madre patria, rimarrà sempre un porto cospicuo per la Germania orientale sul Medi-terraneo, proseguendo in tal modo, unitamente a Venezia e a Genova, la missione che il Medio Evo aveva affidato a queste due gloriose repubbliche marinare. Chi non ricorda che dal giorno in cui principiarono a fiorire fino alla loro caduta, Genova e Venezia provvedevano non soltanto all’Italia ma alla maggior parte dei mercati germanici, possedendo quasi interamente il monopolio degli scambi fra l’Oriente e l’Europa centrale? Nessuno ignora come da Genova i transiti s’incamminassero per Milano e la Val Be ventina al Reno e di lì alle piazze dellTmpero, dei Paesi Bassi, della Gran Bretagna. Ea via del Piave, pure frequentata dal commercio, porta ancora il titolo significativo di strada di Alemagna. Perchè dunque la città di S. Giusto, data la sua missione economica, che non può variare col mutar dei tempi e dei governi, dovrebbe divenire politicamente tedesca, pur possedendo salda ed incorruttibile l’anima latina?