GRECI E ROMANI 75 tanto che nella prima spartizione (301 a. C.) risorse il regno d’Epiro, e che nell’ultima (281 a. C.) esso fu aggregato ai domimi di Tolomeo Cerauno, mentre scendevano lungo l’illirico numerose torme di Galli, dalle quali lo stesso Tolomeo era vinto ed ucciso. Dopo la morte di Pirro il regno epirota confonde la sua storia con lo stato macedonico per subirne le medesime vicende dinanzi al volo delle aquile latine; mentre l’illirico, caduto l'impero del grande Alessandro, torna ad imbarbarirsi come un tempo e le sue coste si popolano di pirati, dai quali Roma non tarderà a riscattarle. II. ROMANI. Ed ora ai Romani, la storia dei quali s’innesta parzialmente in quella dell’Ellade e della Magna Grecia. Ma a noi converrà risalire agli ultimi tempi della monarchia ed all’inizio dell’età repubblicana, per tracciare la storia di Roma nei riguardi dell’Adriatico, al quale dovevano ben presto affacciarsi per necessità di cose gli sguardi dei Patini (r). (*) I Romani provarono, circa la navigazione dell'Adriatico, gli stessi timori dei Greci. Orazio infatti ricorda rabiem Noti, Quo non arbiter Hadriae Maior, oltreché Infames scopulos Acroceraunia (Carm. I, 3); ed accennando al vento Austro, lo chiama Dux inquieti turbidus Hadriae (Carm. Ili, 3).