394 i/ADRIATICO ed a bilanciarne l’influenza ? Con un semplice sbarco in una fortezza costiera dell’Adriatico, là nella zona degli insorti, l’effetto era ottenuto; e fu una spina nel cuore del Mettermeli. Da Vienna non si fece nè si poteva fare la guerra. Eppure l’Austria, per seguire la logica dei fatti, avrebbe dovuto scacciare il presidio francese da Ancona. L’arrivo a quel porto di tre navi, appartenenti ad uno stato costituzionale, aveva, secondo me, anche uno scopo dimostrativo; ed era quello di far vedere ai liberali d’Italia che la nazione francese era moralmente solidale con essi ma che, nelle circostanze d’allora, nulla poteva intentare a beneficio della nostra patria (I). Ne è prova che, nelle conferenze dei plenipotenziari a Roma con la Corte pontificia, il rappresentante francese fu il più tenace propugnatore di riforme negli stati della Chiesa, tanto che, dinanzi ai dinieghi del papa, abbandonò, insieme con quello della Gran Bretagna, le sedute. Da promessa fu mantenuta, è vero, nel 1859; ma intanto dal 1832 in poi, cioè per il tratto più saliente del nostro Risorgimento, la Francia non si allontanò mai da quella direttiva. Onde gli I1) Il governo di Parigi così giustificò, dinanzi all’Furopa, l’occupazione d’Ancona: Bssa «disegnata per l’utile generale della pace e per l’utile politico della Francia, avrà per effetto di dare una nuova efficacia ai negoziati, ai quali concorrono tutti i Potentati, per assicurare la solidità del Governo papale e insieme la tranquillità dei suoi stati ».