384 l/ADRIATICO riva dell’Adriatico, nessuna persecuzione cadde mai sopra Italiani o Slavi; ma nè anche gara alcuna sorse fra i due popoli, perchè il secondo non metteva mai in dubbio l’assoluta superiorità del primo. Quando però Y inescusabile errore offerse a Vienna il modo d’ingrandirsi su quel tratto del Mediterraneo e da Pietrogrado si vide di mal occhio l’avvantaggiarsi dell’Austria, questa formulò subito il suo programma : indicare agli Jugoslavi il nemico dalla parte d’Occidente; incitarli quindi a cacciare a mare gli Italiani; spezzare la fiera, secolare resistenza latina con metodici divieti, con arbitrarie imposizioni. Nel congresso di Vienna adunque non soltanto si cercò porre un argine alle sospettate mire della Russia sul Mediterraneo, ma molte gravi questioni, quelle che negli anni seguenti comparvero sul teatro degli avvenimenti, non furono risolte e nemmeno efficacemente svolte. Preoccupati gli stati da problemi di immediata soluzione, pei quali occorreva o un accordo o l’uso delle armi, non pensarono, ad esempio, a regolare l’equilibrio del Mediterraneo, sul quale Inghilterra e Russia erano le più interessate, nè quello dell’Adriatico fra Vienna e Pietrogrado. Direi quasi che i Gabinetti si proposero di non toccare certi problemi, perchè ognuno di quelli si riprometteva, a congresso finito, a pace assicurata, di raggiungere i propri intenti, meglio di quanto avrebbe fatto negoziando.