BARBARI E BIZANTINI 177 imperi riconobbero il nuovo possesso e Venezia approfittò della duplice sanzione, per attrarre nella sua zona d’influenza la maggior parte delle isole dalmatine. Più tardi, quando Roberto Guiscardo venne ad attaccare Venezia proprio in quelle terre, il doge strinse patti più saldi con le più forti di esse per timore che passassero al nemico. E questo fu nuovamente ripetuto ogni volta che il pericolo normanno sull’Adriatico si fece grave: il che era reso necessario anche dal fatto che i re d’Ungheria miravano ad aprirsi degli sbocchi sul mare e a tal uopo incoraggiavano alla ribellione contro Venezia le città dalmatine, onde attrarle poi nella loro orbita. In quanto poi agli accordi fra la dominatrice dell’Adriatico e le città della riva orientale, essi furono definitivamente consolidati nel 1145, in cui Pola e Capodistria, oltreché le isole di Arbe e di Veglia, rinnovarono il giuramento di fedeltà al doge, promisero di armare una galea in proporzione di quindici armate da Venezia, di combattere a fianco dei loro protettori, di praticare le norme commerciali degli stessi, ecc. Arbe e Ve- detta città, e la conferma venisse accompagnata dal dono d’un anello, offerto dal pontefice al doge, con queste parole: Vi sia sottoposto il mare, come al marito è sottomessa la moglie, inquantochè soltanto col valore riusciste a signoreggiarlo. Ma questo racconto, di cui ebbi a parlare, per consenso degli storici appartiene ornai alla leggenda. 12. — G. Cassi.