GRECI E ROMANI 73 Epidamno, dopo varie vicende, caduta in mano della fazione popolare, nè alcun appoggio avendo ottenuto da Corcira contro i nobili e gli Miri, loro collegati, che la minacciavano, Corinto le porse la mano soccorritrice, inviandole una fiotta. Fu un atto che Corcira considerò un casus belli, perchè, a suo giudizio, costituiva un attentato allo svolgimento della propria libertà marinara. Ea lotta, dubbia sul principio, piegò nel 432 a. C. in favore di Corcira, allorché questa fu soccorsa da Atene. Ma allora parve non soltanto al Peloponneso ma a molte comunità elleniche temibile la potenza della città di Pericle, contro la quale si costituì una lega capitanata da Sparta. Così ebbe origine il gran duello, ove fra l’Attica e la Eaconia disputassi l’egemonia sulla Grecia e sui mari che la bagnano. Alle operazioni belliche di questa guerra rimase estraneo l’Adriatico, sebbene esse si svolgessero anche a ponente della Grecia, dove gli alleati di Atene cercavano abbattere la potenza di Corinto e dove i due partiti trovavano aderenze e soccorsi fra le città italiote e siceliote; finché si ebbe un disastroso epilogo nella cosi detta Spedizione di Sicilia (413 a. C.). Tutt’al più potrò ricordare che alcune tribù dell’Epiro scesero più volte lungo la sponda dell’Adriatico giù per la valle dell’Acheloo, per accorrere in aiuto degli Ambracioti contro gli Acarnani ('). (*) Curtius, Stor. greca, II, p. 439 e 440.