32 L’ADRIATICO tutt’al più la si ritiene una favola sorta dalla colonizzazione siracusana ai tempi dei due Dionigi (*). Ben diverso dal territorio dell’Apulia, che per essere arido lungo la costa e nella penisola Sallentina, spingeva gli abitatori a cercar fortuna sul mare, era quello della Confederazione sanni-tica, la quale, dedita alla pastorizia e all’agricoltura, aveva i suoi centri maggiori lontani dall’Adriatico, fatta eccezione per i Frentani, che occupavano il tratto del Sannio bagnato dal mare, tra il Pescara ed il Fortore. Era Ortona il porto principale dei Frentani e perciò di tutto il Sannio, senza negare che altre stazioni navali si trovassero alle foci dei fiumi traversanti la regione, come rilevasi dalle parole di Plinio, che appella portuosi il Fortore ed il Trigno (2). Vestini, Peligni, Marsi e Marrucini costituivano, a nord dei Sanniti ed a somiglianza di questi, una lega di forze e d’interessi; comunicavano col mare mediante l’Aterno, sulla cui foce sorgeva il porto omonimo, oggi Pescara. Come si vede, tutte le genti del versante orientale diedero il loro contributo alla più remota storia marinara d’Italia. E forse i primi tentativi di corrispondere per mare si collegano a quel rito, cui gli antichi scrittori (citerò Dionigi, Strabone, f1) Pais, Gli elementi sicelioti ed italioti nella più antica storia di Roma (Riv. Studi storici del Pais e CrivKU,ucci, II). (2) MiCam, op. cit., I, capo XV.