GRECI E ROMANI
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mercio orientali la via d'ingresso per la pianura padana, centro delle comunicazioni fra l’Europa ed il Mediterraneo. Può la costa illirica, nonostante la ricchezza dei suoi porti naturali, vantare tanta rinomanza quanta ne possiede il versante adriatico della nostra penisola? Basta una semplice osservazione geografica, confortata dalla storia delle prime espansioni elleniche, per persuaderci del contrario.
  I	Greci poi, navigatori dell’Egeo e successivamente dell’ionio e del Tirreno, limitandosi sul principio a riguardare l’Adriatico solo dalla costa balcanica, non compresero sùbito quale enorme importanza avrebbe potuto assumere la riva italica orientale e tutto quel mare, specialmente il tratto superiore, nei transiti fra il Mediterraneo ed il nostro continente. Si sa infatti come i Greci in genere non si sentissero disposti ad intraprendere la navigazione per l’Adriatico e come per gli Ateniesi in ispecie un viaggio marittimo in quel seno mediterraneo equivalesse ad avventurarsi nell’ignoto. Essi pensavano che, costeggiando tutto il lato di ponente della grande regione, della quale abitavano la porzione meridionale e le isole, si sarebbero accinti ad un’impresa temeraria, sia perchè avrebbero dovuti sorpassare gli infames scopulos Acroceraunia, tanto invisi ai naviganti per i venti che vi soffiavano intorno, sia perchè inaccessibile appariva nel complesso la riva, sia anche perchè dalle anfrattuosità di essa e dalle
   4. — G. Cassi.