AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 379 questo non contava mezzi sufficienti per poterle dominare e fondere insieme: assoggettate contro loro volontà, quelle forze divennero altrettanti elementi perturbatori e disgregatori per l’impero medesimo. - Io- insisto perciò nell’affermare il nuovo errore della politica adriatica di Napoleone, d’avere cioè separato la riva dalmato-istriana dal regno italico e d’avere costituito ivi uno stato eterogeneo con amministrazione francese. A che cosa sono perciò indirizzate le ripetute spedizioni degli Inglesi attraverso l’Adriatico, se non a dare il colpo di grazia ad un programma che, nell’attuazione, avea smarrita la sua vera via? Basti ricordare ch’essi esordivano con l’occupazione di Cerigo e di alcune delle Ionie (Zante, Cefalonia ed Itaca) e con la costituzione d’una fortissima base d’operazione proprio nel centro dell’Adriatico cioè a Bissa. Ea sconfitta dell’armata franco-italiana, date le condizioni generali di quel mare, era adunque inevitabile. Ed infatti il 13 marzo 1811 si combattè, nelle acque di Bissa, uno scontro che diede la vittoria agli Inglesi e conservò loro l’isola. Ed essi, incontrati nell’alto Adriatico vari navigli nemici, alcuni ne catturarono nel novembre dello stesso anno; altri ne presero nel febbraio del seguente. Ea marina da guerra franco-italiana andava morendo. Ed allora i vincitori s’accostarono alla riva orientale ed istigarono le popolazioni alla rivolta; indi, approdati dapprima a Curzola,