BARBARI E BIZANTINI cilia fin dal 653, non irruppero nell’Adriatico se non nella prima metà del sec. ix, quando la repubblica di Napoli, per distrarre i Musulmani dal Tirreno e per rivalità commerciale con Venezia, come nota giustamente il Manfroni (*) (e qui bisogna ricordare che le due cristianissime repubbliche compravano gli schiavi e li rivendevano agli infedeli), incitò gli Arabi ad infestare i possessi veneti su quel mare. Ecco adunque comparire a Brindisi i nuovi invasori, indi fortificarci nell'ionio, con basi navali a Taranto e- a Gallipoli, e di qui penetrare a loro talento neH’Adriatico. Tentò Venezia il pericoloso avversario, ma la disfatta, subita presso Taranto nell’840, rese quello più audace, cosicché nello stesso anno ripetè le scorrerie nell’Adriatico a danno dell’una e dell’altra riva. In quel frangente la Repubblica si trovò minacciata pure dagli Slavi. Tuttavia con l’energia e la costanza riuscì a mettere insieme un’agguerrita marina, con la quale seppe tener testa all’uno e all’altro nemico. Ed allora i Musulmani si ritrassero per qualche tempo nel basso Adriatico, dove seguitarono a guerreggiare al soldo di qualche principe e dove Venezia verrà a combatterli nell’866 unitamente a Ludovico II, ai Greci ed ai Longobardi. Ma l’alleanza di Napoli coi Saraceni incoraggiò nuovamente costoro; onde nell’867 (secondo il f1) Manfroni, op. cit., p. 45.