2l8 i/ADRIATICO si devono considerare esauriti anteriormente alia IV Crociata. Non così il rimanente programma che Venezia prosegue risolutamente, sia limitando le iniziative delle rivali città marittime dell’Adriatico, sia strappando ad alcuni stati nuove concessioni commerciali e politiche, sia combattendo le forze che mettevano in pericolo la sua egemonia su detto mare o le tagliavano le retrovie in terraferma. Riservandomi di trattare in fine dei rapporti della Repubblica con le città marittime dell’Adriatico, specialmente con quelle della riva orientale, vengo senz’altro a considerare gli altri due aspetti della politica di Venezia, consistenti nei rapporti d’amicizia o di ostilità con gli altri stati, rapporti dai quali scaturiscono o nuovi vantaggi economici per la Repubblica o la guerra con tutte le sue molteplici conseguenze. Già osservai a suo tempo come il passaggio del regno di Sicilia dai Normanni agli Svevi e quindi la sua riunione all’impero occidentale preoccupasse seriamente Venezia, così ch’essa fu costretta a volgersi all’alleanza bizantina. Ma notai anche come i pericoli dileguassero in quanto che, col cadere della dinastia normanna, s’andava pure affievolendo ogni potere marittimo del Mezzogiorno d’Italia e della Sicilia. Per maggior fortuna di Venezia, Enrico IV non potè prendere immediatamente possesso del reame di Puglia; e per di più, appena se ne rese effettivamente signore, la morte lo colse all’improvviso nel 1197. E la fortuna