EGEMONIA DI VENEZIA 239 La guerra con l’imperatore Sigismondo (1411-20) ch’era anche re d’Ungheria e che, come tale, pretendeva Zara, cui Venezia aveva acquistato nel 1410 per 100.000 ducati da Ladislao di Durazzo nemico di quel sovrano, aprirà alla Repubblica la via del Friuli, ed il dominio temporale dei patriarchi aquileiensi cesserà d’esistere (I). Tali avvenimenti sono accompagnati da altri felici successi. Venezia infatti, sul finire del secolo xiv e sul principio del seguente, riprende un po' per volta le terre ch’aveva dovuto cedere in Dalmazia ; s’intromette nel Peloponneso, pone piede in Albania (che intorno al 1418 cadeva in potere del principe Balsa, figlio di quel Giorgio Strazimiro, d’accordo col quale Venezia aveva occupato Durazzo e Scutari nell’ultimo decennio del Trecento) ; e fin dal 1403, costituitasi una buona base d’operazione nelle isole Ionie e specialmente a Corfù, che aveva acquistato da Ladislao, vinceva i Genovesi a Modone sulle coste della Morea, obbligandoli a stare per sempre lontani dall’Adriatico. Così la Repubblica riprendeva la supremazia su quel bacino e, con la sottomissione di tutta la regione veneta, assicurava alla propria attività commerciale quella vasta regione, la quale, destinata com’era al transito delle sue merci, costituiva il retroterra dello stato veneziano. (*) Sulla caduta del Friuli sotto il dominio veneto, vedi il mio lavoro: 1 Veneziani in Friuli. Padova, 1903.