VENEZIA E I TURCHI
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che la storia ha reso memorabili : « Se c’è stato che abbia bisogno di concordia, siamo noi che non abbiamo forze terrestri, nè marittime, nè alleanze; che viviamo a sorte, per accidente, e viviamo nella sola idea della prudenza del governo della repubblica veneziana ». Ma i reggitori temevano che, essendo l’edificio vecchio e tarlato, un tentativo benché minimo di riforma, anziché ristorarlo, l’avrebbe mandato in rovina. In poche parole, il governo non sentiva il coraggio di rinnovarsi e di rinnovare, perchè ciò equivaleva, secondo lui, alla dissoluzione dello stato. Ecco perchè Angelo Querini dapprima, Carlo Contarmi e Giorgio Pisani di poi, che arditamente osarono parlare di riforme, furono riguardati pericolosi alla sicurezza della patria e condannati.
  Almeno le forze armate fossero state pronte ad ogni evento ! Così non poteva affermarsi e lo stesso doge Renier l’avea chiaramente espresso; perchè l’esercito, se anche sommava all’inizio della Rivoluzione francese a 20.000 fanti e a 2000 cavalli, era tutt’altro che allenato alla guerra dopo sì lungo periodo di politica neutrale e neghittosa; senza dire ch’era formato quasi interamente di Schiavoni fedeli sì ma mercenari: un vero anacronismo in confronto agli eserciti nazionali e bene agguerriti del sec. xvm. Ea flotta contava 25 galee ed una quarantina circa di legni minori e diversi; certo trovavasi in condizioni migliori dell’esercito; era piena di gloriose tradi-