512 L’ADRIATICO Poi le ribelli tornavano, quasi sempre per impulso spontaneo, in grembo alla Serenissima, che le accoglieva come si accoglie il figliuol prodigo e loro perdonava. E caddero anch’esse quando il leone veneto esalò l’ultimo sospiro. Vero è che fu il vincitore d'Arcole a lasciare agli Asburgo, con l’abbandonar loro l’Istria e la Dalmazia, un generoso acconto sul trattato di Campoformio. Ea repubblica di Ragusa che restava libera, dopo avere associato per tanti secoli la sua prosperità a quella di Venezia, si illudeva però, svincolandosi da ogni obbligazione politica, di conservare la propria indi-pendenza. Vana illusione! I soldati napoleonici, combattendo contro i Russi, la occupavano nel 1806 e tre anni dopo la piccola repubblica veniva incorporata nel regno illirico, per passare poi definitivamente col trattato di Vienna sotto l’impero della Bicipite. Da fine del regime di S. Marco significa quindi il tramonto dell’indipendenza e dell’egemonia italica sull’altra sponda. Qual sorte doveva questa attendersi dal nuovo sovrano, se non la sopraffazione tedesca dapprima, la slava di poi ? Tedesca, perchè l’Austria, plasmata dal Metternich, seguì senza scrupoli il programma politico di germanizzare i sudditi, onde averli più ossequenti e devoti. I rivolgimenti del ’48 e ’49 in Italia ed Ungheria, insieme con le guerre d’indipendenza, ci insegnano quali sieno stati i successi di questa politica.