AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 471 altre, verrebbero risolte facilmente e sollecitamente, quando l’influenza italo-russa, favorita dalla Francia ed Inghilterra, si diffondesse nei Balcani più di quanto si sia fatta sentire fino ad oggi, subentrando agli interessi ed agli intrighi degli imperi centrali. Ma soprattutto gli scambi economici del nostro paese con la Rumania e la Russia riceverebbero notevolissimo incremento. Tali scambi troverebbero un precedente storico in un traffico che, specialmente nel xv secolo, le popolazioni del basso Danubio avevano attraverso la Croazia con la costa adriatica e precisamente col porto di Segna. Cosi sostiene il Barbulescu fondandosi soprattutto su un documento veneziano del 1415, contenente una domanda di inviati ottomani al Senato : « Quod intendunt ire Segnam, ut deinde ire possint versus Valachiam » (*). « Il ne faut pas oublier — nota il Barbulescu — que c’était là le chemin, la voie de terre, par où pénétraient chez nous, avec porti fra Rumeni e patriarcato greco, le relazioni che i principati rumeni ebbero in passato con i Greci, con i Serbi, con i Bulgari, con i Croati, per sostenere la necessità d’un’intesa rumena con i Serbi e con i Greci, non con i Bulgari; e ciò non soltanto conforme alla situazione del regno rumeno nel 1912, in rapporto alle tendenze dei Bulgari, ma secondo i legami stretti con Greci, Serbi e Croati, non con Bulgari, a partire dal secolo xiv fin oltre, al xvn. Il libro è scritto in francese e l’A., professore di Slavistica, fonda le sue dimostrazioni anche su ragioni linguistiche. (l) Barbulescu, op. di., p. 340.