GRECI E ROMANI 93 altri vantaggi in Grecia, l’acquisto cioè delle isole di Cefalonia e di Zante, le quali unitamente a Corfù, ch’essa possedeva fin dalla prima impresa illirica, salvaguardavano la sua libertà di navigazione nell’ionio e nell’Adriatico. Ormai per la Macedonia e la Grecia la soggezione definitiva non era che questione di tempo. Attraverso le vicende con cui si compiè Roma conservò il pieno dominio del mare, poiché nè Perseo nè i Greci riuscirono mai a sostenersi con una flotta, per rendere più difficili le operazioni belliche dei Romani e tenerli nell’Eliade isolati dall’Italia e dalle loro basi d’operazione. Nè Perseo avrebbe potuto se non nascostamente preparare dei navigli, essendogli ciò vietato dal trattato del 197 a. C., che interdiceva al sovrano macedone di costruire navi da guerra. I Romani pertanto, operati degli sbarchi sull’altra sponda, non si curarono neppure della ribellione di Genzio, signore di Scodra e duce d’una insignificante flottiglia, e trasferirono la loro armata nel-l’Egeo, dove Perseo all’inizio delle ostilità si proponeva d’allestire una flotta ed infatti costruiva gli appositi cantieri a Tessalonica. Nello stesso anno (171 a. C.) il Senato provvedeva a presi- altri due per guardare l’Adriatico, il primo da Taranto ad Ancona, l’altro da Ancona ad Aquileia, con l’incarico di mettere un freno alla pirateria; ma siccome questa accennava a crescere, l’anno seguente fu rinforzato il naviglio dell'Adriatico. Così il Corazzini, op. cit., IV, p. 153 e segg.