AUSTRIA, FRANCIA, ITALIA 393 cui a Londra si riconosceva lo stato ellenico. Non ebbe a scoppiare alcuna guerra; ma dal Tamigi si volle spiare con maggiore attenzione la Russia ('). L’Austria, ingolfata nella politica continentale e italica, contenne il suo dispetto, ma si dispose a vigile attesa. Essa infatti, alla prima notizia che le Legazioni, i Ducati e le Marche erano in fiamme, iniziò ivi il suo intervento. Il quale però questa volta ebbe per contraccolpo l’arrivo ad Ancona nel febbraio 1832 di tre vascelli da guerra francesi ed il successivo sbarco di 1800 marinai. Non a scopo di tener desta la rivolta liberale nella Penisola mirava tale atto, perchè conosciamo qual fosse la politica orleanese; nè era stato consigliato dalla tutela d’interessi o dalla difesa dell’onore, perchè nè la Francia contava veri interessi nell’Adriatico nè alcuno sfregio era stato commesso contro la sua bandiera. A qual fine adunque era apparso in quel mare il naviglio di Luigi Filippo, se non a toglier prestigio all’Austria, onnipotente in Italia, (*) Non bisogna dimenticare che, avendo il pascià d’Egitto invaso la Siria e disfatti i Turchi (1831-32) ed essendo poi stato obbligato dalla Russia e dall'Inghilterra a ritirarsi, quella ne approfittò per ottenere dal Sultano libera navigazione per il Bosforo e per i Dardanelli (1833). Più tardi, essendo il pascià d’Egitto tornato alla carica, l'Europa venne in aiuto al Sultano; ma, sollecitata dall' Inghilterra, gli strappò quel Trattato degli stretti (luglio 1841), che gli consente di chiudere a tutti gli stati, e particolarmente alla Russia, il passaggio dal Mar Nero al resto del Mediterraneo.