EGEMONIA DI VENEZIA 267 volte il carattere di vere guerre di corsa, come si ricava dalla dichiarazione di rappresaglie da parte d’Ancona contro Ragusa del 1254, dalla lettera ducale del 1309, con cui si ordina a Zara di sospendere le rappresaglie contro Recanati, e dalle deliberazioni prese da Venezia in sèguito a ruberie e incendi compiuti da Sebenico a danno di Traù nel 1333, da Zara contro Nona, Pago ed altre isole nel 1334, e dopo le discordie e i danni fra Veglia e Cherso nel 1335. Ma i veri e propri pirati dell’Adriatico erano sempre gli Slavi, talora appoggiati od istigati dai loro sovrani. Non soltanto per reagire contro i corsari si accordavano le città italiche con quelle della riva opposta, perchè noi troviamo dei patti segnati puramente a scopo d’interesse, come, ad esempio, quello fra Ragusa e Pisa nel 1169, secondo il quale è la città deH’Ariio che detta le condizioni alla consorella; e cosi quelli segnati da Ragusa con Fano ed Ancona nel 1199, con Termoli nel 1203, con Molfetta nel 1208, col conte d’Urbino e del Monte-feltro negli anni 1216-38. Come si vede, la città della riva orientale, il cui commercio era esteso a tutto l’Adriatico, era soltanto Ragusa. B ciò prova che la sovranità di S. Marco su di essa era, come già dissi, piuttosto nominale che reale; il che apparisce anche dal fatto che Ragusa si dava il titolo di repubblica e che, con questo appellativo, batteva moneta propria. Anche per motivi di traffico le città della riva