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I,'ADRIATICO
gli stati e mercè gli sforzi del cardinale Consalvi. Questo tema era del resto sufficiente a palesare la rivalità austro-russa sull’Adriatico. L/Austria però qualche cosa guadagnò ugualmente, perchè le fu riconosciuta facoltà di tener presidio a Co-macchio e nella cittadella di Ferrara: nel che si racchiudeva la speranza di maggiori acquisti.
  A chi giudichi superficialmente parrà che la Corte di Vienna pretendesse il versante italico fra il Po ed il Tronto solo per brama d’ingrandimento e per agevolezza d’eventuali interventi nel Mezzogiorno d’Italia. Io direi invece che l’Austria, inconsciamente forse, era tratta dalla necessità a consolidare la sua posizione sul mare, occupando il maggior tratto possibile del versante orientale d’Italia. Meglio arrivare al Tronto che fermarsi al Po, essa ragionava !
  In sostanza era la medesima politica seguita dalla repubblica veneta, la quale, fattasi signora della Venezia, fini con l’avanzare sino all’Adda; giunta all’Adige, l’oltrepassò per portarsi al Po; ma alla prima occasione varcò anche il Po e si prese le Romagne (1503), come poco prima s’era stabilita nei porti delle Puglie (1495). K tre secoli prima, senza assoggettare un suddito nè conquistare un palmo di terreno, aveva combattuto sulle coste del mare, sui fiumi, dovunque, le città che non riconoscevano il suo primato commerciale, e segnato vantaggiosi patti con le minori. Fra la Serenissima e la monarchia danubiana