560 PROCLAMAZIONE DELLA COSTITUENTE ITALIANA A ROMA. La Commissione provvisoria di governo dello stato romano, a tulli i popoli italiani. L’oggetto della convocazione di un’ Assemblea nazionale dello stato romano, lo disse solennemente la legge che la decretò, in di prendere tutte quelle deliberazioni, che avrebbe giudicate opportune per determinare i modi di dare un regolare, compiuto c stabile ordinamento alla cosa pubblica, in conformità dei voti e delle tendenze di tutta o della maggior parte della popolazione. Queste parole devono essere una verità: una grande ed una intera verità. L’ordinamento di uno stato non si limita ai rapporti interni; molto meno lo potrebbe essere per l’Italia in questi momenti decisivi de’suoi destini. E giunta 1’ ora, che dessa non sia più un nome geografico, ma una nazione, una patria comune, un tutto di cui ninna parte possa isolarsi e separarsi dall’altra. Come dunque E Assemblea che rappresenta il nostro stalo, il cuore, il centro della medesima, potrebbe essere un corpo straniero, diverso da quello che deve formarne la rappresentanza ed il contingente sociale nella grande Costituente universale italiana? Voce dello stesso popolo, risultato dello stesso suffragio di tutti i cittadini, munita dello stesso mandato, non potrebbe essere che unica; e due Assemblee, o simultanee o successive, sarebbero non solo una complicazione, ma un vero mostro politico. Dichiara quindi c proclama la Commissione provvisoria di governOj che l’Assemblea nazionale dello stato romano riunisce altresi l’attribuzione e il carattere d’ Italiana per quella parte che corrispondere deve al medesimo. Ilomana ed*Italiana, particolare c nazionale insieme, non avrà altrimenti il carattere di una parziale e locale rappresentanza ; ma quella solidarietà maestosa e gigantesca, che formano venticinque milioni d’italiani tutti uniti da un solo sentimento, quello di sviluppare in comune l’era del grande risorgimento. Questo carattere finirà d’integrarle, di consolidarla e di renderla inespugnabile a tulle le mene ed a tutte le aggressioni, da qualunque parte esse muovano, di qualunque prestigio cerchino armarsi per ricacciarla nella ignominia dell’antica sua nullità. Come però i duecento rappresentanti, che la compongono, proporzionalmente al resto d’Italia, sarebbero un numero troppo elevato per seder "" n~“’ I, ,! " 1 ” principio essenziale tutti in un Parlamento italiano, e come altronde il del suffragio diretto ed universale, non deve ricevere la minima deroga, una parte de’ suoi deputati sarà quella che sederà a formare 1’ alta rappresentanza alla Costituente italiana. Italiani! La nostra unione finalmente non è più un voto. Roma, che voi presceglieste per sua sede, l’ha già attuata per parte sua. Essa ebbe la gloria c il coraggio di proclamare ed applicare la prima, il principio del suffragio diretto ed universale fra noi. Roma avrà posala la prima pietra dell’ edificio che riunirà in un concetto, in una vita, in una nazio-