EGEMONIA DI VENEZIA 237 più odiato dei suoi nemici, il signore di Padova, sapendo di non poter conservare Treviso, cedeva questa città, ancora prima della pace, a Leopoldo duca d’Austria. Col trattato di Torino (") restituiva le Bocche di Cattaro al re d’Ungheria, al quale abbandonava pure gran parte della Dalmazia e, pagatagli un’indennità di 7.000 ducati, 10 induceva a rinunziare al diritto di navigare l’Adriatico da Pola a Rimini. Così aveano consigliato le strettezze del momento. Come si vede, 11 primato di Venezia su questo bacino era alquanto scosso ! Era naturale che la Repubblica avrebbe cer- da lotte intestine, avvenute perchè il patriarcato era stato dal papa conferito in amministrazione e commenda al cardinale Filippo d’Alencon, Per i Triestini adunque la libertà significava il ritorno sotto il dominio veneto. Per evitare ciò, nell'agosto 1382 si diedero spontaneamente a Leopoldo, duca d’Austria, ed in tal modo Trieste divenne poi lo scalo commerciale della signoria che l’aveva accolta in protezione. Però, finché nell’Adriatico tenne il campo Venezia, Trieste fu una cittadina poco abitata, un porto di scarsa importanza. Il CoxE, storico ufficiale di Casa d’Austria (voi. I, cap. IX) avverte che Leopoldo promise di rispettare i privilegi dei nuovi sudditi e lasciar loro il libero reggimento municipale; si riservò soltanto la nomina d’un Capitano o Prefetto della città. L’atto d’accettazione è in Cronberg, Comites ac res Goritiae, P- 338. (x) La pace di Torino (1381) stabilì anche che in Tenedo, l’isola ch’era stata il pomo della discordia veneto-genovese, le fortificazioni venissero smantellate. Così si rendeva inutile il più valido baluardo cristiano contro gli Ottomani. A questo conducevano le discordie fra le repubbliche marittime !