42 sublime devozione, con tanta concordia di voleri, di dcsidcrii, di speranze, di mezzi: sarebbe si miseramente finita se avesse duralo nelle mani del popolo?.... Credete voi che l’Austriaco dominerebbe ora fra noi se il popolo Lombardo, Piemontese e Italiano, non frenato dalle reali gelosie, non sedotto da cortigiane ambizioni — ripieno della sua santa collera e del sacro pensiero maturato per 54 anni — (piai torrente si fosse gettalo sulle fuggenti orde nemiche e sui loro deboli e allora indifesi baluardi?.... Quel popolo, che fu si grande quando agiva solo in nome di Dio, della patria, della sua coscienza, de’suoi affetti e principii, fu si piccolo, timido ed incerto quando il dirigeva un Uomo straniero al popolo; quando forviato dalle sue sublimi aspirazioni, ingannato sulle sue forze, impiccoliti i suoi mezzi, frenalo il suo bollore, esagerati i timori e i pericoli, credendo sè insufficiente, affidossi alla fallace parola dei re- ^ cosi, di errore in errore, di colpa in colpa, la più sublime delle rivoluzioni finì col tristissimo spettacolo di milioni d’italiani, risoluti, ardenti di libertà e di sacrificii, comandali, insultati, massacrati da 80 mila baionette. — Ecco la storia miseranda della nostra rivoluzione, feconda di tanti dolori, di tanti disinganni, di sì crudeli ironie, di sì tremendi sconforti, li questa, tenctevelo bene in mente, o fratelli, non è che la riproduzione in grande di quelle altre due del 21 e del 53. Anche allora prodigii di eroismo, di magnanimità, e poi supplizii e prigionie. ire rivoluzioni strozzate da un Uomo e voi volete inaugurare la quarta con questo stesso Uomo! — Ah! v’assicuriamo che se noi non vi avessimo veduto ai fianchi nostri alle barricale e sui campi, se non vi avessimo veduto dividere con noi le fatiche e i sacrificii, le poche glorie e le molte sventure, quasi quasi dubiteremmo del v ostro leale amore alla patria .... Ma dunque non contano per niente le lezioni deU’esperien-za?.... Avete dunque, o improvidi, dimenticalo sì presto lo scioglimento dei Corpi trancili e la perdita del Tirolo? S'ò dunque rasciugalo sì presto il sangue sparso a Cullatone, che voi non ne vediate più le traccie pel suolo ? Avete dunque obliato sì facilmente la perdita di Vicenza e quella fatale inazione di lutto un esercito che durava G giorni, menile s’ udiva il cannone nemico smantellare l’eroica città, e mentre il barbaro, col grosso dell'esercito, per sci giorni correva per città e per campagne? E non vi ricordate dunque più quella incomprensibile ritirala di 50 mila uomini dinanzi a quaranta? — e Y abbandono di Milano folla di barricate, di baluardi, di cannoni, difesa da 80 mila petti Lombardi desiosi di morire ? 'Voi chiamate lutt’i Lombardi a militare sotto le bandiere di Carlo Alberto!.... Andate, o fratelli, per la città e campagne lombarde, discendete nelle sudate officine, entrale nelle povere case — interrogale il padre che piange il figlio lontano; interrogate la sposa a cui fu ucciso il marito; interrogale i figli stremati, morenti di fame, che indarno chiedono, ai piedi di un barbaro, il padre incatenato nelle carceri; interrogate ie lagrime ed i sospiri incessanti delle nostre madri, delle vergini nostre; interrogale la miseria dell’operaio senza lavoro, della donna senza pane, del vecchio senza letto; interrogate la disperazione di tanti che Litio hanno perduto su questa terra, di tante famiglie, che restarono senza letto e