335 nomi, porche ci parrebbe un delitto ommctlere alcuno di quelli, che li-urano in cosi rispettabili ranghi. E non pertanto nessun vanto meliamo, nessuna pompa di parole annunziò i loro atti ne’Circoli o nei ¡ornali; tanto è vero che la virtù è indivisibil socia della modestia, an-fie in tempi di iattanza e di vaniloquio. Una classe di cittadini, che s’inspira ai nobili esempi della precedile, l’abbiamo nei così detti Arsenalotti, gente laboriosa ed attiva, che mtono altamente della patria. Ad essi pure dee mollo Venezia redenta, quando furono chiesti di prove di coraggio e di amor patrio le diedro, e buon drappello di essi fu a Vicenza nel dì del pericolo, e con rgoglio soddisfece alla onorifica missione. È una classe trascurala troppo n ora, ma che sarà di giustizia, come di utilità a Venezia, rialzare. Nè qui s’arrestiamo a parlare de’militi della nostra e delle altre intrade d Italia, qui raccolti; che di essi, forse unicamente, si sa, e i itili disagii e il valore e la costanza, e, clic che di lor si dicesse, tor-;rebbe inferiore ai meriti, ila ivi però un eletto corpo di volontarii arcieri, che nacque nei primi giorni della rivoluzione, quindi si educò e msegui tal grado di abilità e disciplina, da rendersi ammirato da’ fra-ili quanto temuto dall inimico; ed è quello che prese il nome dai andiera e Moro, da que’ tre martiri della libertà. JNò meglio potevasi ìorarne la memoria dai loro concittadini. Ben duecento giovani, apparinoli alle classi più distinte della società, dei quali chi lasciava le aule retisi, chi le professioni liberali e le più nobili arti, e chi pure gli ozii una vita agiata c indipendente, accorsero sotto una stessa bandiera, e vol-ro allìdati ad essi in buona parte que’cannoni, che devono vomitare la orte a nostri nemici, se attentassero approssimarsi a questo rifugio di italiana libertà. Questo corpo avrà certamente un giorno la sua sto-a, perchè dall’amore e dallo studio, con che si esercitano i giovani 'lezioni bi quell’arma, noi li vediamo chiamali a figurare con distin-one nella futura armata italiana. A chi pensi che la nostra guardia civica è da nove mesi, che lien lardata l’intera città con pattuglie notturne, che munisce lutti i posti sentinelle proprie, che quotidiani sono i suoi esercizii, che dall’undici '°sto accorre per turno ai forti, a dividere colla linea le sofferenze del esidio, dee parere certamente ammirabile la costanza de’Veneziani ; per-c la novità dell’istituzione poteva sulle prime farla abbracciare coll’en-siasmo di tutte le cose nuove, ma comprenderne subito l’alta imporrii, prestarsi allo straordinario servigio, che si richiede dalla civica in '»Pi di rivoluzione, alternare questo servigio colle svariale e molteplici re de' cittadini, c durare in esso per nove mesi non interrotti, è tale mezza di proposito, di cui pochi esempi anzi nessun altro ci sommi-stra la storia delle moderne civili società. Altra volta abbiamo lodato Progressi, che in generale si fanno da questa milizia cittadina; ma del *'po de bersaglieri civici abbiamo a riprometterci molto, perchè col 0,1 Ho ricavato da una zelante istruzione, e col falto d’esporsi ne’posti anzali, e di prender parte nelle sortile, dimostrano di anelare ai campi alle battaglie, per cui piuttosto che civici li potremo chiamare ben eslo bersaglieri di linea.