215 « Nel solennizzare questo anniversario , non fu nostro intendimento di far sloggio superfluo di pompe festive: sibbene di rendere popolare un grande insegnamento. L’ epoca che oggi ricordiamo, è stata una delle più splendide della storia italiana: ed essa ci ammaestra che con Funione e la concordia l'Italia è atta alle imprese più alte* Tulli dobbiamo pertanto instancabilmente predicare, e con opera efficace promuovere e mantenere la concordia e F unione, non transitorie, come allora, ma durevoli e perpetue. Così Italia arriverà al posto , che le si aspetta Ira le nazioni più polenti e gloriose. Viva l'Italia libera od una ! » il tramonto di questo giorno solenne ebbe il saluto d’una terza salva ili 21 colpo del brick il Crociato. La sera si ripetè nel Gran Teatro della Fenice, a benefizio dell’alice slhnento della Guardia civica , l'accademia vocale e ¡strumentale , data il 15 di novembre da quell’eletta schiera di dilettanti e professori, che con tanta gentilezza e nobiltà d'animo misero a prò’ della patria il loro musicale talento. ìNè riuscì questa volta F accademia men della prima fiorila e per numero di persone, e per semplice eleganza di fogge, e per valore di esecuzione. V’intervenne il Governo e rimase tutta la prima parte; al cominciar delia terza, una ^ce fortunata, facendosi interprete del voto comune della nazione, acclamò la Costituente italiana, e a quel patriottico grido , che trovava un eco sì possente nel cuore di chi si sentiva Italiano, eh’è quanto dire nel cuore d’ognuno, sorse l’intero teatro co’ più frenetici applausi, colFagitare de’fazzoletti, co ’viva alla Costituente^ alla Italia libera ed una, alla Lega lombarda; mentre da parecchi palchetti si gettavano nella platea polizzini, in cui que’ viva orano ripetuti. Nè qui s’arrestò quel fervente entusiasmo: la piazza, folta di gente, per lunga ora risonò delle medesime grida, avvicendate con inni alla libertà cd alla indipendenza, cantali a coro dalla moltitudine, e che ben esprimevano di qual fiamma per esse, sovra tulle le città, Venezia sia accesa. Così terminò questa festa nazionale , che noi avremo il vanto d’avere istituita e tramandata ( così Iddio accolga l’augurio ! ) alla più larda posterità. 2 Dicembre, AI sig. direttore della Concordia. Mi reco a dovere di trasmetterle un* altra memoria, presentata dalla Consulta lombarda al governo del re ed alle potenze mediatrici, e che fa seguito a quella, ch’ella si compiacque inserire ieri nel suo giornale, fo confido che ella vorrà anche per questa essermi cortese dello stesso favore. K ripetendole le mio grazie, ho i onore di raffermarmi. Torino, 25 novembre 1848. Suo devotissimo, obbedientissimo ACHILLE MAURI Segretario della Consulta lombarda. Colla memoria 44 novembre, la Consulta lombarda denunziava al governo del re cd alle potenze mediatrici il proclama , pubblicato dal