357 ri. Ben più fol le di ogni arme sarebbe la voce di un papa che la vera sua forza sentisse, e più che cento battaglie varrebbero le parole eh egli proferisse con affetto d’ amico. — Non vogliate, prego fratelli miei, non vogliate far questo male. Giova che il papa, come re, si avvilisca ed infami ; che noni buono paia, per la indegnità della politica sua condizione, malvagio; acciocché i meno accorti e i più pii chiaramente conoscano, che questo stato è intollerabile, che mutare bisogna, che Iddio lo comanda. Se un governo sì abbietto, sì lebbroso d’ogni male, fosse da stimare intangibile, Iddio non sarebbe. VII. Sventura antica d’Italia è sperare dallo straniero carità: nè popolo alcuno più frequentemente del nostro invocò 1 oppressore, quasi per espiare la colpa dell’ essere un giorno con prepotenti impeti incorso in terra non sua. Primi i papi diedero I’abbominabile esempio. La Francia (impariamolo), dalle proprie tempeste agitata, instabile per natura e per uso, non può ad altri popoli fornire sicurezza veruna. E allora ci soccorrerebbe, cioè inonderebbe, quando vedesse potere per tal via sè sottrarre al pericolo. Intervento ed occupazione aila misera Italia è tutt’uno; nè altri vorrà con l’oro e col sangue proprio lavare per carità 1’ onta nostra, nè volendo potrebbe. L’intervento delle estere forze nelle intestine descrizioni dei popoli, non ha norma alcuna che gli abusi ne temperi. Sempre la Francia! Sempre avvitichiata ali Italia, come il serpente lusinghiero all’albero della scienza! Da Brenno a Pipino, a Carlo ¡\lagno, ad Ugo di Provenza, all’Angioino, al Valois, a Carlo \M, a Francesco I, a Luigi XIII, al generale Bonaparle, all' imperator Napoleone, a Murai, ai Borboni di Napoli; sempre la Francia! Sempre invocata e scacciata, trionfàtrice e sconfitta, rullatrice e punita! La Francia ci diede molli popoli, molti principi, molle parole, molle stoffe, molto consuetudini e più servili che libere, noi demmo alla Plancia molte idee, le demmo due uomini, ne’ quali si compendiano molte delle più grandi idee dell’antico mondo e del moderno, Cesare e Bonapatle. L’ Italia deve respingere la Francia occupatrice, bramarla alleala. E come non essere alleati popoli avvinti ormai con vincoli di sangue 1 Guerra tra Italiani e Francesi è guerra ormai non di nazioni, ma di municipii guerra civile. E la Francia finché avrà nemica o alienata da sè l’Italia, sarà debole sempre; e finche la politica degli italiani principi sarà contraria alla Francia, eterna in Parigi vivrà la discordia e nella reggia di Parigi il pericolo. 0 Vili. Ormai non i principi ai popoli, ma i popoli a sè debbono rinnovare la vita.