02 Fcflerato governo, die nc fa l’Austria. È sovrcrchio ¡1 raminoli (ani le concussioni, le rapine, gli spogli, ch’essa cominelle, le carcerazioni, le manomissioni, gli assassina, che moltiplicano da per tulio. E noi siamo qui spettatori indolenti di tanto strazio e di tanta vergogna, senza poter inviare una qualche parola di speranza o di conforto a que’ nostri cari , a que’nostri fratelli martoriati, e in noi ancora fidenti. 11 governo del Piemonte, al quale credemmo congiungerci in una famiglia, ne lascia senza rappresentanza politica, e traila e fa trattare le nostre sorti vitali entro una notte misteriosa e profonda per noi e per voi. Non sappiamo quali siano le basi di questa Palai mediazione , a cui non fummo chiamati ad assentire; non sappiamo nemmeno quando essa cominci e dove. Abbandonate le nostre provincie in causa di un armistizio, che noi non volemmo e che tultaEuropa ha vituperato, noi passiamo qui giorni, non in sembianza di connazionali, ma di esuli, senza una parola di conforto , senza sapere cosa sarà di noi e dei nostri fratelli, senza presentir qual padrone verrà imposto a questo gregge di quattro milioni e mezzo d’uomini europei. Pure sopportammo : poiché il popolo piemontese dava segni di volere che la guerra continuasse, e non era discretezza in noi E insistere energicamente per essa, dacché i maggiori pesi, almeno nello iniziarla, toccavano al Piemonte. Noi vedemmo con dolore i nostri soldati tenuti in idun conto c dispersi con arti c pretesti; e tacemmo. Noi vedemmo un ministero, che professava la fede politica della indipendenza , surrogato da uomini che, almeno in segreto, la avversano, che furono contrarii alla unione lombardo-piemontese , che prorogarono le Camere , che per voce generale sono illiberali ed inetti; e tacemmo. Ora la Provvidenza che veglia perchè la causa dell’indipendenza italiana non faccia naufragio, ha messo la dissoluzione nell’impero d’Austria, vi ha sollevala 1 Ungheria, ha messa la dissenzioue fra i soldati, che opprimono le contrade lombarde e venete, i quali sono oggi più una banda che un esercito, non ricevendo nè.ordini, nè danaro da alcuno, e vivendo di sola rapina, come un branco di lupi. 1 nostri fratelli oppressi hanno 1 animo gonfio d’ira e di vendetta ; al primo avviso sono pronti ad insorgere dal Ticino al mare. Il momento è al tutto propizio; l’impresa è metà vinta : il Piemonte freme armi, noi pure gridiamo guerra, guerra grossa ed istantanea .... Ma cosa pronuncia l’oracolo del governo non nostro? Che bisogna frenarsi, che bisogna tacere, che bisogna attendere E ultimato della mediazione. Ma questa mediazione l’abbiamo forse domandata noi? l’abbiamo noi voluta? 1 abbiamo riconosciuta? Noi non volemmo e non vorremo mai alcuna cosa che non sia indipendenza e libertà. Perchè dovremmo noi ora attendere inermi, mentre l’Austria sta armata e combatte? Rispetta forse l’Austria questo malaugurato armistizio, o non lo viola ogni giorno, mentre trattano i mediatori ? Chi rimise Modena al duca contro il senso dell’armistizio? Chi dà contribuzioni e costituzioni, amnistie, carceri e supplìzii contro il senso dell’armistizio? Chi sottrae al Piemonte le sue artiglierie d assedio contro le espresse parole dell’armistizio ? Chi batte crudelmente c lascia morir di fame e di stento i soldati piemontesi prigioni?