272 i/ADRIATICO lettera diretta al Sultano nel 1231, per intercedere in favore di alcuni mercanti di quella città. Quei disgraziati erano stati gettati nelle prigioni di Alessandria e privati di tutti i loro averi; il papa dice che gli Anconitani avevano il diritto di poter contare sulla protezione del Sultano ». Perpetua rivale di Venezia, Ancona non esitò nella prima metà del quattrocento di rendersi amica ai Turchi, cui i suoi mercanti fornivano del contrabbando di guerra, a tal punto che il Senato veneto dichiarò nemico ogni legno anconitano che tentasse passare i Dardanelli. Del resto pare che il capoluogo delle Marche riuscisse a svincolarsi dall’osservanza verso gli onerosi patti segnati con Venezia nel 1264 e, pur restando inferiore a questa città, è certo che venne a migliorare la sua posizione economica. Infatti « un trattato del 1380 coi Lombardi, che stabilisce delle tariffe per le lane e per i panni lombardi, franceschi e catalani portati ad Ancona, distinguendo secondo che devono essere venduti ivi o riesportati, dimostra che Ancona è lo sbocco dei prodotti industriali della Lombardia, della Francia e della Catalogna; in una ordinanza del 1382 si fanno concessioni di favore ai Fiorentini per riattirarli ad Ancona come una volta; ed in altri trattati che fa sullo scorcio del sec. xiv con le principali città della Dalmazia, si parla sempre di merci e di navigazione in Barbarla, in Alessandria o fuori dell’Adriatico in generale; nel 1399 un nuovo trat-