65 lio itile mensili, mediante emissione di apposita carta monetala da sè garantita, dodici milioni di lire, corrispondenti ad una imposta di sei-centomila lire all’anno per venti anni, elle il Governo stesso sla per decretare, e che da lui verrà ceduta al comune medesimo. Questa imposta di seicentomila lire viene per ora distribuita sulle proprietà fondiarie dei paesi soggetti al Governo Veneto : il governo però e i municipii si concerteranno sul modo di ripartirla equamente ed opportunamente anche sul rimanente della popolazione col mezzo delle imposizioni indirette a giusto disgravio della proprietà fondiaria; e nello stesso modo il governo provvederà che i nuovi comuni, i quali verranno ad aggregarsi a questo stato, cacciato lo straniero, abbiano ad assumere la loro quota in proporzione delle loro fòrze e delle loro condizioni. La grande maggioranza, che si trovò nella votazione di queste due patriottiche proposte, fa grande onore al Consiglio Comunale, che è interprete sincero del paese, e che è composto di quelle persone, sulle quali più direttamente e più fortemente cadrà il nuovo peso assuntosi da Venezia per sostenere la guerra della indipendenza italiana. Noi chiamiamo su questi sforzi di Venezia l’attenzione dei nostri fratelli d’Italia, e speriamo che l’esempio dato dalla nostra città non sarà sterile. È da osservarsi, che con la nuova operazione la carta monetata di Venezia da qui a quattro mesi sommerà a dieciselle milioni di lire correnti. Sono tulli benissimo guarentiti senza dubbio; ma la massa sarebbe troppo grande se dovesse limitarsene la circolazione a poco più che alla citta di Venezia. Fu perciò nel Consiglio Comunale opportunamente fatta Ja proposta, che s’impegnassero i governi italiani ad accettare nei loro erarji, ed a far accettare nei rispettivi stali questa moneta. Non correrebbero alcun vero rischio, farebbero un alto di solidarietà italiana e solleverebbero il commercio interno di Venezia da una parte di quella massa di carta che la imbarazzerebbe. — Ritorneremo su questo argomento; ma frattanto preghiamo anche i nostri confratelli ad occuparsene «ilhnchè la pubblica opinione dichiaratasi favorevole all’accettazione di una earla ottimamente sicura, renda più facile ai parlamenti italiani di secondare il desiderio che qui si espresse. 7 Novembre. SENTENZA del Consiglio di guerra Pontificio, nella seduta del giorno 7 novembre 4848, sulla causa d' insubordinazione con ingiurie reali. Nella causa contro Battaglione 4.a Legione, Pietro Zocca, comune nella 4.a Compagnia 2C .. - -- - —o......-5 che ha per titolo — Insubordinazione con vie u latto — contro il proprio Capitano, il Consiglio militare udito Fuditor militare nelle sue conclusioni, nelle quali avvisò doversi il Zocca ritenere icsponsabilc d’insubordinazione con circostanze attenuanti: inteso il divisore, i testimoni! ed il prevenuto, ch’ebbe per ultimo la parola riu-T. v. 55