48 Se questo modo è voltilo fermamente dal governo del re , come è voluto dai popoli, anche le alte potenze mediatrici si persuaderanno facilmente die non è possibile prescinderne, e lo vorranno aneli* esse , per impedire una guerra, clic minaccia di diventar generale. E fu solo per impedirla che la Francia offerse mediazione invece del domandalo soccorso, solo per impedirla che 1‘Inghilterra si pose in questo d'accordo con la Francia. Se non che, in onta di tutte le linone disposizioni, si ha motivo di temere che, coltivando la mediazione nelle circostanze presenti, non sia possibile condurre le cose a buon line. In effetto, manca perfino quella autorità, che sarebbe oggi capace di acceltare legalmente e validamente per l’Austria le basi della mediazione, in modo da garantirne Fcsecuzione pacifica. Noi potrebbe l’imperatore., che va ramingando a traverso de* suoi stati; non la costituente di Vienna, combattuta a nome dell’imperatore; non i capi militari, accampati nell'Austria e in Italia, perchè non sanno a chi obbedire; non infine la Dieta di Francoforte, incompetente a decidere delle sorti ungheresi e italiane. Se il governo del re attendesse che questa complicazione di cose si sviluppi tanto , che un’ autorità qualunque si costituisca in Austria , la quale abbia il diritto c il volere di accettare le basi della mediazione e il potere di guarentirle, i popoli che volarono per la fusione rimareb-bero esposti ad una indeterminata c crudele occupazione militare, che li pone a ruba quotidianamente, che li conculca, che gli assassina, che dissecca tutte le fonti di produzione, c clic semina l’anarchia, rendendo impossibile al povero di guadagnarsi il pane col sudore della fronte, che diserta tutto il paese e vi esaurisce ogni mezzo di riparare alle durate calamità. La guerra cominciata a Vienna per principii politici, ora si è rincrudita per avversione di razze. Guerra di principii c di razze non può di leggieri aver lina. E guai se avesse fine! Allora l’Austria, ricostituita sotto una nuova l'orma di governo qualunque, vorrà difendere i suoi interessi, e ritornerà senza meno al rifiuto e a quelle tergiversazioni, di cui si serve a disseminare fra’ popoli discordie , che a lor tempo frutteranno. La Consulta lombarda crede fermamente che il lungo rifiuto dell’Austria ad accettare la mediazione, l'impossibilità in cui si trova adesso di accettarla validamente, l’assurdità e il pericolo grave d’attendere l’esito dell’attuale conflitto ond’ è smembrata, bastino al governo del re per dargli il pieno diritto di declinarla , senza mancare ai riguardi dovuti alle due potenze che l’hanno offerta. Nò già potrà mai accadere che le potenze mediatrici vengano meno, in qualsivoglia eventualità, de’ loro buoni ullìcii, poiché sussisteranno pur sempre le cause, clic le trassero ad interporsi nella questione italiana. Dalle esposte considerazioni, la Consulta lombarda conchiude che, sia per riuscire all’intento espresso altamente nel voto dei popoli , che s’affraltcllarono nell’unione, sia per profittare di quel concorso di circostanze propizie , che tennero dietro agli ultimi av venimenti, sia per impedire che rolgansi in danno, è consiglio di giustizia, di prudenza, di