64 so, e che non le fu chiesto da altri (?). Intimale al governo piemontese che restituisca i nostri soldati, i nostri archibugi, i nostri cannoni, gli argenti delle nostre donne e dei nostri altari. Fate un appello, non ai governi, ma ai popoli d'Italia, escluso il solo piemontese (onde cpieslo suo ministero non vi accusi di porre in fuoco la casa in cui foste ospitati): late appello, se occorre^ al popolo stesso di Germania, che sarà nosco più generoso. E, o soccorsi o soli, non contiamo nè il numero nostro, nè quello delFinimico; corriamo in Lombardia a liberarla o a morire nelle braccia dei nostri fratelli, che non si aspettano meno da noi; dacché le loro attuali sciagure sono opera nostra. Che se non siete da tanto_, se questa via vi spaventa, se le forze dell’animo non vi bastano, niuno pretende da voi più di quanto potreste dare. Ma lavatevi pubblicamente le mani; non vogliale assistere al martirio del giusto, ai funerali del popolo, che fu vostro. Dite ai Lombardi che scelgano altri più fortunati ed animosi a condurli per questa balza accerchiata di pericoli, in cui siam tutti insieme. La patria ve ne sarà riconoscente. Alta Lombardia avrete almeno salvalo ancora l’onore: ma se indugiate, se anche l’onore dovesse essere perduto .. . sapete voi qual nome vi darà il popolo, quale marchio vi stamperà in fronte la storia? In quanto a noi, la coscienza ne impone di presentarvi questo indirizzo, che facciamo pubblico a nostra guarentigia, ed al quale attendiamo coi fatti o colle parole pubblica risposta. Noi ve lo inviamo in nome della provincia mantovana, che abbiamo rappresentata, e che rappresentiamo. Lungi dal volere influire sui sentimenti altrui, noi non ne abbiamo fatto cenno con alcuna rappresentanza di altre provincie. Chi è convinto di provveder meglio alla salute ed all'onore lombardo col silenzio, col credere o col farne le viste, e col lasciar fare, si taccia. Noi però intendiamo che, ove la guerra non abbia effetto immediato, o voi non prendiate le risoluzioni energiche richieste dalle circostanze imponenti, e qui perciò appunto proposte, intendiamo che questo scritto sia una protesta solenne, colla quale la provincia di Mantova dichiara come non avvenuto l’atto della fusione col Piemonte, e disconoscendo la vostra rappresentanza governativa^ si reputa libera di provvedere come stimerà più opportuno alla propria salute, od almeno alla propria dignità. Genova 23 ottobre 4848. Giovanni Arrivabene, commissario governativo della provincia di Mantova. Dott. Antonio Minozzi, membro del Consiglio della provincia di Mantova. 7 Novembre. Ieri ¡1 Consiglio Comunale di Venezia tenne una seduta importante, nella quale prese due deliberazioni utilissime alla causa nazionale. Con la prima il Comune assume la garanzia del debito del Governo verso quei buoni cittadini che fecero alla patria i prestiti dei cinque milioni, sui quali è fondala la carta patriottica che è in circolazione. Con la seconda il Comune assume di anticipare al governo in quat-