484 prevedere, affrettare, volgere a prò’nostro gli eventi, si spanderà ancora tla questa mano di pochi uomini veramente liberi, la liberta vera nell'intera penisola. È questa l'alta missione di Venezia: chi la disconosce, tradisce lei, tradisce insieme le aspettative d Italia. Però fa d uopo d una costanza non ordinaria, d’una inesauribile attività. Dire, aspettiamo i casi per operare, è come dire: si pensi a vivere finché abbinili pane dinanzi a noi. Come la face al mancarle dell’alimento, o come la vita al dissanguarsi delle vene, si estinguerebbe l’esistenza nostra politica, ove non sapesse Venezia procacciarsi da fuori, e massime a spese de nostri nemici, gli clementi d’una crescente forza e vitalità. Ora se tale è lo stalo nostro, e se tanto, o cittadini elettori, siamo chiamati a operare, ben vedete che i deputali da eleggersi alla nostra assemblea debbono adunare in sé stessi non ordinarie doti di mente e di animo, senza cui riuseirebber minori al gravissimo incarico. Dovranno eglino possedere la sapienza del legislatore, il paziente spirito di chi bene amministra, la risoluta vigoria dell’uomo di guerra che sa a prima giunta proporre e attivare i migliori spedienti, e l’arte profonda di scoprire i misteri e recidere i nodi gordiani della ingannevole diplomazia. Dovranno eglino possedere il coraggio civile di scoprire gli abusi, ove esistono, di dire le verità benché acerbe ad udirsi, di proporre e persuadere i meglio, anche in onta agli ostacoli che vi frapponessero l’inscienza o l’interesse di chi che sia. Dovranno in line avere scolpito nel cuore, anziché portarlo sulle labbra soltanto, l’amore al grande principio della sovranità del popolo, ed al benessere universale di ogni ordine di cittadini, e in pari tempo l’abborrimenlo alle dissensioni di violenti partiti. Dovranno quindi aver l’anima veramente veneziana c in un italiana, disposta ad ogni maggior sagrifizio, e però anche a quello delle proprie individuali opinioni, pella indipendenza della nostra gran madre, Italia. Forse che tulle queste prerogative non vi sarà, o elettori, cosi agevole di trovarle riunite in ogni Candidato, che vi si offra allo sguardo, perchè l’astuzia di chi ci stringeva in servaggio, avea sempre studiato a tutto potere di tenerci lontani da ogni idea e pratica delle cose politiche; ma voi oprerete il meglio che per voi si possa, se sceglici eie coloro che di siffatte qualità ne posseggano un maggior numero, salvo eli’essi per altro non difettino mai delle principali, che sono un verace patriottismo, un retto senso politico, ed una instancabile attività, senza cui la vita nostra nazionale correrebbe pericolo di cadere in una sempic crescente agonia. Egregiamente perciò il Circolo Italiano vi consigliava a non eleggeie coloro che sono austriaci per cuore, per interessi, per isperanze: a non eleggere i faziosi, gli ambiziosi, i fanatici, ed io soggiungerò anche g j inerti ed i timidi. I faziosi sagrificano ai nomi le cose, gli ambiziosi a proprio innalzamento pospongono il ben del paese, i binatici sono inel 1 a conoscere il vero stato delle cose, gl'inerti ed i timidi, giurando seni ¡»re nelle altrui parole, non sanno far sorgere dalla discussione ragionala e serena i migliori spedienti, c trovare agli estremi mali estremi riniotj* Mavvi un altro ordine di cittadini, che in altri paesi c in congiun ture diverse, dovrebbe escludersi tutto dalla candidatura dei rappreseli