7G COMANDO IN CAPO DELLE TRUPPE NEL VENETO Ordine del giorno. Con sommo mio dispiacere ho letto nel giornale YIndipendente dei rapporti, riguardanti i latti dell’ultima spedizione da me comandata contro Mestre, lo riguardo siffatta pubblicazione per le stampe come dannosa alla militare disciplina, dacché un uflìziale, qualunque sia il suo grado, non deve pubblicare alcun suo scritto di cose militari senza che ne abbia ottenuto permesso dal comandante in capo: la riguardo pure come nociva al vero, perche in quei rapporti sono riferite cose, le quali in tutto o in parte non sono mai avvenute. E debbo far nota a tutti questa mia dispiacenza, e dirò anche riprovazione, affinchè si conosca che io già per massima ho prescritto agli uffiziali, che fanno parte dell’esercito che ho l’onore di capitanare, di non pubblicare veruno scritto che tratti di operazioni militari, senza che prima sia stalo da me riveduto ed approvato, ed affinchè qualunque siasi comandante di speciali corpi indi in poi non si arroghi il dritto di porre a stampa rapporti riguardanti oggetti di militare servigio, i quali spesso si trovano contraddiltorii cd opposti fra loro. Venezia il 6 novembre -18A8. Il generale comandante in capo GUGLIELMO PEPE. 8 Novembre. Leggiamo nel Contemporaneo del i.° corrente: Si aspetta ancora di conoscere se abbiamo o no un .Ministero, e che pensi, o almeno clic faccia! —11 Ministero Toscano ha steso arditamente la mano al vessillo alzato già in Roma, e si promette iniziatore di una Costituente, annegando con esemplare virtù ogni egoismo di località per la sede del nazionale consesso; e il nostro Ministero tace. Il Ministero Piemontese punge, e impiaga lino al vivo il nostro governo, accusandolo d’avere abbandonata c tradita l’Italia; e il nostro Ministero tace. La fortuna sembra per un istante ancora presentarci le chiome fuggevoli; e qui non si conosce nè che l’armata venga rifatta, nè che l’erario venga instauralo. Noi non sapremmo indovinar la cagione di tanto abbandono. Non è a negarsi che gravi difficoltà si frappongano, ma noi eravamo e siam pure in dritto di veder tentate e combattute le difficoltà; sappiamo ancora, che parecchi lavori si vanno preparando da presentarsi alle Camere, ma si doveva perciò sospendere l’esecuzione di ciò che entrava nelle facoltà e nei doveri del Ministero ? Le Camere verranno riaperte fra quindici giorni; ma corrono forse cosi inerti e placidi i tempi, che un mese, una settimana, ed un giorno solo potrà perdersi impunemente? Veda ora il Ministero quanta responsabilità stia sopra di lui: Roma è in dritto di aspettarsi che le sue felici condizioni non le fruttino decadimento ed oblio, e tutta Italia è in diritto che le felici condizioni di Roma vengano poste a vantaggio della patria comune. Noi non esitiamo