256 nella lotta ineguale quegli eroici Lombardi, i quali al nostro grido mandavano dalla valle denteivi una magnanima eco» Gli avvenimenti che incalzano tolgono adesso i pretesti a chi tenta sfuggire la guerra. La pace onorevole da ottenersi con le diplomatiche mediazioni non è più una illusione possibile per alcuno, adesso che l’Austria, passando, com’è suo costume, dalla finzione alla insolenza, dichiara di voler Lombardia e Venezia congiunte organicamente a sè stessa, e getta disdegnosa disfida a quei mediatori dei quali aveva domandati o almeno accettati gli uffici. Austria si crede forte e sta minacciando alle animose provincie del Po quella brutale reazione, di cui fa pompa a Milano ed a Vienna, reazione, che trova un imitatore cordiale a Napoli, ed ha in Torino piuttosto un invidioso che un inimico. Al turbine che ci sovrasta unico rifugio i sacrifica ed il sangue, unica arma da opporre l’entusiasmo popolare del 22 marzo. Questo entusiasmo non mancherà, il popolo non sarà di sè stesso minore, ma guai se le forze rimangono frazionate e disperse, guai se all’azione meditata e poderosa del dispotismo si risponde con impeti poco o male ordinati, uno indipendente dall'altro. Unità di direzione e di forze si può chiedere fin da questo momento alle Romagne ed alla Toscana. Le animose provincie donde uscirono i prodi di Curtatone, di Montanara, di Gornuda e di Vicenza, videro, la Dio mercè, un recente trionfo nella democrazia, trionfo preziosissimo perla causa italiana. Tanto a Roma quanto a Firenze è divenuta popolare l’idea delia Costituente proposta dal ministero Montanelli-Guerrazzi, il primo stadio della quale consiste appunto nella formazione di una giunta nazionale di guerra, che provveda sovranamente a quant’è necessario per la conquista della patria indipendenza, raccogliendo sotto una sola volontà , e così rendendo efficaci quei mezzi di difesa e di offesa, che disgiunti sarebbero insufficienti, e quindi con somma facilità vinti e schiacciati. Pochi giorni sono noi vi abbiamo invitalo a nome del popolo, a dar il vostro preliminare consenso a questa idea sommamente nazionale e democratica della Costituente italiana , e nello stesso tempo a provocare la formale adesione della rappresentanza popolare. Le vostre politiche opinioni, i vostri patriottici sentimenti ci sono conosciuti; della vostra adesione non dubitiamo. Veniamo però ad esporvi la nostra convinzione che la gravità delle circostanze, e la urgenza del pericolo reclamino una risoluzione prontissima sopra questo importantissimo affare, e che spetti alla democratica Venezia, a Venezia, la cui voce è resa dai sacrificii autorevole, di unirsi immediatamente al Ministero toscano, ed a quello di Sicilia , per induri e il titubante gabinetto di Roma a seguire gl’ingenui voti del suo itali3" nissimo popolo, a porsi a livello delle congiunture straordinarie nelle quali si trova, cioè a proclamare cd a convocare senz’altro la Cosà' tuente Italiana. Mentre però queste cose si fanno, affinchè il tempo occorrente fcl