375 Ciò non toglie che crescendo la contumacia in questi od in altri casi non sia l’autorità ecclesiastica per minacciare anche la scomunica. Ma in-sino ad ora non l’ha latto. Ecco, M. liever. Sig. Parroco, le risposte date ai prodotti quesiti : ecco le norme da seguirsi su questo argomento, che le proponiamo. Ella pertanto inculchi a’suoi Parrocchiani di astenersi oltreché dal Giornale suindicato, anche da altri giornali e logli, che dal giudizio delie persone pie sono riputali dannosi alla buona morale ed alla Religione. La Chiesa è parca nelle sue condanne, ma i fedeli, come buoni figli di una madre aflcttuosa debbono assecondare i suoi desideri]', ed avvezzarsi a prevenirne anche l’espressione. Sì, la Chiesa è lenta nel condannar», ella vorrebbe che l’errante da sò si rivedesse, per torgli il rossore di un biasimo pubblico. Ella è longanime nelle sue aspettazioni; ina i fedeli, se l’amano davvero, debbono risparmiarle il dolore di usar mezzi rigorosi per guarentirli dal male, astenendosi spontaneamente da pericolose o sospette letture, essendo certo, che nessuno stamperebbe cose cattive se non trovasse leggitori. Con ciò Le auguriamo salute, benedizione e prosperità nel Signore. Venezia 21 Dicembre 4848. Jffe zionatissimo come fratello J. CARD. PATR. 30 Dicembre. AI GIOVANI DALMAT0-ISTR1ÀNI DESIDEROSI DI COMBATTERE PER L’INDIPENDENZA ITALIANA. Coll’Avviso li novembre a. c. la sottoscritta Commissione invitava i giovani tulli della Dalmazia c dell’Istria, non peranco militanti sotto il vessillo tricolore, ad accorrere prontamente onde battagliare le sante battaglie dell’indipendenza Italiana. Al caldo invito incontanente rispondeste, Giovani generosi, e la Commissione ottenne quindi dal benemeritissimo Governo provvisorio di Venezia, che venisse aperto l’arruolamento per lutti i giovani Dalmato-Istriaui bramosi di combattere contro l’abbonilo straniero in apposita legione, che Dalmata-Istriana si addimandasse. Dal governativo decreto 9 corr. N. 21087 a. c. l’arruolamento è di già aperto, e la chiesta legione è di già istituita. Accorrete pertanto, valorosi Dalinato-Istriani, accorrete di subito in gran numero, sotto la bandiera tricolore, eh’è la bandiera al dì d’oggi dell’indipendenza e della libertà d’Italia non solo, ma di tutta Europa. Sì, dai destini d’Italia le sorti dipendono di tutti i popoli civili di Europa; debellala in Italia la tirannide dello straniero, ed annientato il despotismo reazionario, la barbarie e la schiavitù cesseranno dovunque nelle contrade europee, e le nazioni tutte ritorneranno ai naturali loro confini.