549 guai, tre volte guai, a colui, che meritando la fiducia del popolo, perchè mascherato da liberale, nutrisse invece sentimenti contrarii ai veri interessi della Patria, e cercasse o per ambizione, o per particolari vantaggi di sacrificare la libertà dei suoi fratelli, per favorire qualche parlilo contrario ! Pensi bene ogni Rappresentante quale incarco sublime ed insieme tremendo va ad assumere, e consideri di quale fermezza è necessario esser fornito; guai a quell’ uomo che avendo energicamente incominciato, si lasciasse sedurre da vili timori, da consigli malvagi; Iddio protegge i perseveranti nell’amor suo, nell’amor della Patria, nell’amor della libertà. Ricordisi finalmente ogni Rappresentante, che 1 Italia dev essere una e libera (come disse il nostro MANIN), ma libera ad ogni costo, guai, mille volte guai a quei Rappresentanti, che si servissero del potere concessogli dal popolo, per condannar nuovamente TItalia ad una qualunque catena, sia straniera clic domestica! Iddio solo deve regnar sull Italia. Iddio per l Italia, la littoria pei popoli, V oblio pei ite. CUCCI GIOVANNI* ----Z30GZ.»------ 28 Gennaio. AI FRATELLI DI NAPOLI per la commemorazione dell' anniversario della prima rivoluzione (alla il 4848. CANTO. 1. O fratelli! Oggi il sol compie un giro Che per noi surse il dì del riscatto : Questo giorno compiva un desiro Che distrusse dei Regi ¡1 misfatto. Da Cariddi al Vesèvo fiammante; Tuonò l’ira di un popol gigante; Fu tremenda quell’ira, e la possa A fiaccarla non valse dei Re. Coronate dal sacro stendardo Fur le vette dei patri! castelli; Di quel drappo recinti allo sguardo Non tremendi, ma apparver più belli. Levò il giido anche il Tago e Pitene Per infranger le infami catene, K la stirpe di Bruto commossa Sciolse i lacci dal libero piè. 2. Anche il Santo dal soglio di 1 ito Benedisse d’Italia la terra: Il Leone di Giuda ha ruggito. Quel ruggito segnai fu di guerra. Noi sorgemmo, e brandimmo le spade, Per far salve le nostre contrade; 35 colpita da nera paura Entro i covi la belva fuggì- Noi giurammo : « sul sangue dei forti Che perir, fu quel giuro compiuto: Alle madri, alle meste consorti Noi donammo l’estremo saluto: Abbracciammo le vergini spose Trepidando, ed il labbro ripose Su la fronte dei pargoli pura Tristo un bacio che il pianto covrì.