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  tesi a quelle di S. Maria Maddalena, partirono improvvisamente tutle tutle alla volta di Rovigo. Non si conosce qui il motivo di tal mossa, ma certo dev’essere per qualche cosa di serio; poiché, dopo il ritorno degli Austriaci sulla linea del fiume, non avevano essi mai lasciato S. Maria Maddalena senza un qualunque presidio.
      Leggcsi nel Journal <lcs Débats del 22 corrente: « Un Callo importante è il richiamo in Austria d’una parte del corpo d'esercito, che occupava la Venezia, sotto gli ordini del generale Weldcn. Il maresciallo Radetzky fu egli pure obbligalo di sguernirsi di 0000 uomini, i quali partirono alla volta di Vienna, per la via del Tirolo. »
      Leggcsi nella Gazzella di lìolotjna. in data di Milano 24 ottobre : « Le ultime notizie, clic ho potuto raccogliere oggi in Castello, sono: clic le truppe, che vi sono acquartierale, sono pochissime, ed obbligate a dormir vestite, col loro sacco in ¡spalla; ieri mattina al iiefeld fu ordinato al reggimento Alberto (composto quasi totalmente d'italiani) di oggi consegnar tutto l'armamento, e previo un giuramento di non prender le armi contro di loro, sono tutti in libertà, coll’intimazione che, so fossero in qualsiasi circostanza fatti prigionieri dai Tedeschi, non sarebbero guardati come prigionieri di guerra, ma immediatamente fucilali. »
       Leggcsi nella lliformcij in data di Milano 25 ottobre: « Gran movi-menlo in Valtellina. Chiavenna si è sollevata. Uno dei fratelli Dolzino \i discese, alla testa di sei od òttoccnlo armali, la maggior parte raccolti dalle vicine montagne. Dopo breve contrasto, lece prigioniero 1 intiero presidio austriaco, forte di circa 500 uomini, e proclamò la repubblica. Quindi pensò ad assicurarsi, facendo saltare qualche galleria della strada militare in Lecco, e fortificandosi dalla parte del Lago di Como a Colico, ed impadronendosi di molte barche. Ma i Chiavcnnesi, vedendosi isolati, spedirono al Dolzino una deputazione per persuaderlo ad abbandonare l’impresa. »
2  Novembre.
IL FELD-MARESCIALLO CO: RADETZKY ALLA GUARNIGIONE DI VIENNA Soldati della guarmgioae di Vienna !
     Io non sono vostro generale comandante, voi non siete avvezzi a udire la mia voce; ma, come feld-marcsciallo c il più vecchio soldato dell’armata, mi spella il diritto di rivolgervi una seria parola.
     Cose ¡nudile accaddero sotto i vostri occhi; l’immacolata bandiera dell’Austria fu contaminata dal tradimento e dal sangue. Per la seconda volta, il vostro imperatore dovette fuggire dalla sua capitale; il ministro della guerra, generale d’artiglieria conte Latour, fu barbaramente e igno-miniosamenle assassinato, disonorato il suo cadavere. Un prode Generale cadde, a quanto dicesi, per mano d’un granatiere ! Un battaglione di granatieri dimentica il suo dovere: in mezzo alle orgie e una vituperosa