515 siate fra noi il padre di dugento milioni di cattolici, l’eccelso protettore della nostra Costituente, il sublime conservatore della italiana nazione indipendente e una. No, non hanno abusato dei vostri bencfizii ma pianto perchè videro voi disceso alla bassezza degli uomini volgari e degli inibii donatori i quali o non vorrebbero aver donato, o si ripigliano stizzosi quanto da essi fu donato. Non hanno abusato dei vostri benclìzii ma versato lacrime di cordoglio sulla metamorfosi invereconda della quale miseramente siete bersaglio, imperocché alle benedizioni che piovevano a ciel rotto sopra di Voi hanno tenuto dietro le imprecazioni c delle madri e delle spose, dei padri e figli: e nei giornali c nei libri e nelle case e nei trivii e nelle piazze si contamina il vostro di giti augusto nome, si spezzano i busti vostri, i ritratti si atterrano, e da tutti si ode ripetere che foste la causa prima e unica delle attuali commozioni, delle sventure nostre, delle nostre discordie c perfino, rabbrividisco a dirlo, vi si addebita il sangue versato nelle battaglie, l’esito infausto delle armi nostre, la lentezza nel riassumere le ostilità, la invasione di Bologna, la permanenza dello austriaco in Ferrara. Queste ed altre consimili brutture a Voi s’imputano come quegli che servendosi del suo eminente grado per dare la spinta al movimento, sul più bello e quando non era più tempo di retrocedere, vi gettaste nelle braccia di consiglieri infidi, e sdegnosamente il contratto di Cittadini devoti e onorati rifiutaste. Santo Padre conoscevate pur troppo o almeno dovevate conoscere che le riforme senza la indipendenza non potevano sussistere e nemmeno reggere a lungo, che la libertà con Io straniero in casa non era che un nome privo di senso, oppure un trastullo da ragazzi o da matti; che i popoli resi accorti dai raggiri di cui sono stati miserando ludibrio, dai patimenti cui furono condannati col trattato d’infame memoria del 1815, oggi anelano di riconquistare i loro diritti, ed i torli palili vendicare. Ma se avvenisse mai che dovessero soccombere alla forza preponderante, questa invece di partorire il pacifico possesso a favore di quanti sono che aspirano alla tirannide, non farebbe che accrescere Io sdegno, e con esso accelerare il momento della rivolta decisiva e finale. Voi pertanto onde non'essere astretto a compiere le riforme, e per assicurare allo Austriaco il possesso della Lombardia, chiamaste al vostro Ministero un vecchio volpone che la sapeva lunga nell’arte di tenere a bada i popoli, e di pasteggiarseli alla Guizzottiana. Ma appena assiso a scranna un arditissimo tribuno, dato di piglio a un arnese che diflicil-ìncnte falla sgravò Roma dall’ incubo reazionario che la opprimeva ed aprì alla Italia quell’ unica via di salute che le restava. Si narra dai giornalisti e credono provarlo lino alla evidenza che i Ministri stranieri vi strapparono da Roma colla speranza che allo sparire 'ostro si suscitasse la guerra civile e che il popolo, reagendo contro i liberali, avrebbe impegnato Voi al ritorno. Ma il popolo conoscitore dei suoi diritti stelle saldo, c invece di tumultuare si compose a calma dignitosa quale convcnivasi in simili frangenti straordinarii. Intanto nel 24 novembre partiste sotto le mentite sembianze di servitore (il vicario di Gesù Cristo!) del conte Spaur segreto incaricato dell’Austria; di cui 11 vero ambasciatore era stato rinviato un anno indietro. Chi diceva per