212 il patrimonio legittimo, inviolabile della propria nazionalità. Non solo voi non siete rimasto finora indifferente in questa lotta elle ferve fra il diritto e la forza, la nazionalità e la conquista, la libertà e la tirannia; ma voi avete fatto di più, nè vi fermerete a mezza via, imperocché voi sapete che il fermarsi mentre tutto corre, è retrocedere. Voi avete i vostri soldati ed i vostri sudditi, che al di là del Po combattono per la salute e l’indipendenza d’Italia. Voi avete solennemente compiuto i vostri doveri come principe italiano, e come Pontefice, imperocché i due caratteri che si congiungono nella vostra persona, si aiutano e si sostengono a vicenda, non si combattono e non si escludono. Come principe italiano, voi non potete non concorrere nella guerra italiana, alla quale la voce del popolo, eh’è voce di Dio, dà il nome santo di Crociata; non potete abbandonare i vostri naturali alleati di Lombardia, di Venezia, di Piemonte, di Toscana, di Napoli, di Sicilia. Come Pontefice, non potete non seguire le orme dei vostri gloriosi predecessori, Gregorio VII, Innocenzo Ili, Alessandro III, campioni e difensori di libertà ! L’interpretazione data adunque alle vostre parole è in aperto contrasto coi fatti; e noi, o Beatissimo Padre, ci attenghiamo alle opere vostre, le quali sono grandi, mirabili, solennissime, degne in tutto del gran nome vostro, il quale non è stalo grido di rivolta, come dicono i perfidi, ma simbolo di concordia, di unione, di fratellanza, ed arma pura, incruenta e santa, con la quale, più che colla spada e coi fucili, i popoli si sono rimessi in possesso dei loro diritti imprescrittibili. Noi eravamo cittadino contro cittadino, città contro città, stato contro stato, e nel vostro nome glorioso ci siamo lutti riconosciuti fratelli, ricongiunti sotto un’ unica bandiera : nè voi vorrete, ora che più ne abbiamo d’uopo, ora che il retrocedere è impossibile, ritoglierci questo palladio di concordia e di amore, ripiombarci nella discordia e nell’odio, e così ritardare il compimento dei decreti della Provvidenza. L’ animo vostro santissimo è profondamente compreso da queste solenni verità, che nessuno ha dato ai principi il diritto di opprimere i popoli; nessuno ha dato ad una nazione il diritto di tenere schiava un’altra nazione. La causa della giustizia e della verità doveva essere proclamata e difesa da chi rappresenta la verità incarnata sulla terra, e voi dovevate farlo, e voi 1' avete fatto, come capo di una Religione di giustizia e di verità. Ah! Beatissimo Padre, i giudizii di Dio sono giustificati in sé stessi! Voi non avete riformato il vostro stato perchè i potentati d’Europa così volevano, ma perchè così volevano i doveri della vostra tiara, e della vostra corona. Voi, o Padre Santo, ricongiungendo la Religione alla libertà, avete rialzato 1’ autorità della Chiesa, riedificata quella potenza che congiunta colla tirannide era pervenuta all’ orlo del-l’abisso. Il timore dello scisma col quale gl’ingannatori maligni tentano agitare la religiosissima anima vostra, è ben vano e fallace, quando voi, capo della Chiesa, continuerete ad essere, qual siete, padre dei popoli, e compirete con coraggio la sublime missione alla quale, nuovo ¡Vlosò, chiama il Signore, per liberare il popolo di Dio dalla tirannia di Faraone. Solo lo scisma potrebbe nascere se la causa della Religione arrivassero i perfidi a disgiungere dalla causa della libertà e delle nazionalità. P*°;