61 deserto che intorno si fanno, insultano, ncll'orgie loro svergognale, alle speranze ed air ire d’Italia. « E può essere questo tempo d’indugii ? Mentre ogni indugio può farci sfuggire l’occasione, che la Provvidenza ci appresta, e costare un prezzo di lagrime e sangue infinito ? Mentre intera una gente conta i minuti dell’aspettanza, e può ad ogni istante stancarsi di contarli, e può ridursi a disperati consigli, e può correr dietro ad ogni bandiera inalberata nel nome d’Italia, ferma eli’è d’arrischiar tutto, ma non l’onore? Mentre forse in questo istante medesimo, nella spensierata ebbrezza dell’ira e dell’audacia, sorge, senza numerar le sue forze, e sfida quelle del nemico ? « Deputati del Parlamento sardo, le ragioni della patria perigliente dell’indipendenza disdetta, dalla libertà tradita, dell’umanità conculcala, ci paiono, a petto d’ogni altra, più sante, ci paiono le sole, che debbono pigliar campo in intelletti e cuori italiani. « E in nome della patria, dell’indipendenza, della libertà, dell’umanità, noi portiamo franco c leale richiamo, innanzi a voi, perchè si provvegga a quel che domanda altamente l’imperiosità delle circostanze. Per la voce nostra, a voi ricorrono Lombardia c Venezia, Modena e Parma, e Italia tutta, che geme e si dolora, che freme ed aspetta: per la voce nostra vi parlano lutti que’ generosi che , o già militanti sotto la nazionale bandiera, o anelanti d’accorrervi, o sparsi sulle frontiere e lungo i calli dolorosi dell’esilio, pronti tulli a congiungersi in armali manipoli col valoroso esercito di Carlo Alberto, non attendono che il primo squillo della tromba per volare c redimere il sacro suolo della patria : per la voce nostra vi parlano quelle masse popolari, che percorrono col desiderio all’istante solenne, in cui risorgeranno al suono delle salvatrici campane. « Voi operate che ogni indugio si tronchi al ricominciar quella guerra, che sola può ridarne la gioia e la gloria di dirci Italiani, redimere il passato, assicurar l’avvenire; che sola può confermarci la stima e la simpatia d’Europa. «Deputali del Parlamento sardo, i momenti forse sono numerali: Dio non ne concede più volte di tali ai popoli, che vuol salvare ! « Torino, 28 ottobre 1848. » 7 Novembre. Genovaj I.° novembre. La memoria, che qui si trascrive, venne mandata a Torino il giorno 24 ottobre da uno dei membri del Consiglio della provincia di Mantova, perchè, corredata anche delia firma di questi, fosse oiTicinlmente presentata alla Consulta lombarda. Non conoscendo ancora l’esito di questo in->¡0, i sottoscritti sentirono loro debito di pubblicarla nei giornali : Alla Consulta lombarda. Scorsero ormai tre mesi dai deplorabili fatti di Lombardia e di Milano. Le nostre terre, i nostri concittadini gemono da tre mesi sotto