122 immenso plauso di popoli, che credettero comune il risórgere, come fu la caduta comune. Ma la Francia lui paura dell’entusiasmo dei popoli, e nella commozione di Europa non vede che nuove coalizioni le orde dei Cosacchi volteggianti intorno alle sue città: la Francia si affretta a mettersi una corazza sul petto cd a rannicchiarsi nelle mura della sua capitale: cd i popoli? . * . lo Czar delle Russie ed il despota di Vienna s’incaricano dell’ ordine pei popoli. 1 popoli ebbero doppia catena; pure non volevano dirsi traditi ; essi dissero tradita la Francia, cd imprecando all’ astuto Sire che la addormentava, attese il giorno che il genio di Francia fosse ridesto. Ora ecco la Francia repubblica: eccola divenuta popolo sovrano c suffragio universale. 11 trono eh’ essa si era costruito con tanto amore, è caduto in frantumi, perchè (pici trono era divenuto barriera di divisione tra la Francia ed i popoli; ed il vecchio re va in esiglio ad espiare la colpa di avere disonorata la Francia lutrice delle nazioni diseredate, la colpa di non essere stalo generoso all’Italia. La Francia si slancia tino all’ideale, alla poesia; ed al cantore delle armonie, allo storico che sì vive ritrasse le aspirazioni della prima grande repubblica, affida di formolare il simbolo della sua nuova fede politica. Quanto entusiasmo de’popoli non salutò quel simbolo, ed il fiero atto con cui la grande nazione lacerava sul viso della vecchia Europa le pergamene del quindici? Dopo Iddio chi era più potente, più benedetto della Francia ritornata a presiedere la santa alleanza delle nazioni? Ed ora dove è il poeta, dove la Francia? La Francia ha giurato eli’essa farà la giustizia degli oppressori, c l’Italia, questa infelice conculcata da tutte le genti, sorge tutta con un grido » lo straniero alle alpi « e nel primo impeto, popolo poco cd inerme sbaraglia esercito potente di numero, di disciplina, di antiche glorie: e questa Italia giovanilmente bollente vuole far prova, e spera vincere da sola; saluta con gioia la Francia che le si schiera armata in battaglia alle spalle, ma vuol porgerle, non indegna sorella, la destra stringente la corona della vittoria. E l’Italia vinceva: ma l’Austria rifece le sgominate sue schiere colle orde di altri popoli oppressi, coll’oro di altri despoti. L’Italia fu vinta, ed allora levò subito il grido verso la Francia : ma in luogo della Francia guerriera si trova a tergo l’astuta Albione; invece di eserciti trova un congresso di re ove si riorganizza la santa alleanza spaurita: la Francia è muta, più non si ode la voce del suo poeta: nelle camere, ove siedono i rappresentanti del popolo sovrano, più non si ardisce ripetere la promessa giurata all Italia; ora l’unica voce vibrante è quella dell’Austria, elm proclama il suo diritto di proprietà, di possesso, di conquista; ora è F Austria che per solo diritto vi mostra le baionette de’suoi Croati. Due programmi stanno ora innanzi all’Europa: Funo inerme è di Francia; l’altro sta sulla punta della spada, ed è del vecchio Radetzky. Noi non domandiamo quale trionferà dei due; noi ben sappiamo che alla Francia sola non ha affidato Iddio la sua giustizia ed i diritti delle nazioni: noi domandiamo solo se la stella di Francia è tramontata per sempre, e se la Francia seguirà d’ora innanzi nella folla delle genti la bandiera eh’ essa prima recava innanzi ai popoli.